Nel pomeriggio del 26 dicembre, attorno al Santuario di Santa Maria Apparente, si è rinnovata una delle tradizioni più belle della nostra parrocchia, il Presepio vivente, che si era interrotta giusto tre anni fa a causa della pandemia. I visitatori, ben prima che iniziasse la sacra rappresentazione, si sono messi ordinatamente in fila, impazienti e super curiosi di vedere come erano state allestite le varie scene in questa edizione. Numerosissimi i bambini, sui passeggini o per mano dei genitori, che spiegavano loro il senso di ciò che si svolgeva davanti ai loro occhi e il significato dei dialoghi, in una sorta di catechismo in diretta fatto da mamma e papà o dai nonni. I piccoli erano poi entusiasti, alla fine del giro, di ammirare le gabbiette con i cuccioli di cane, le caprette e le oche e restavano a bocca aperta di fronte alla natività: una famiglia della parrocchia, infatti, con la figlioletta di pochi mesi, si è prestata a interpretare Maria, Giuseppe e il Bambinello. La bambina, doverosamente ben coperta, è stata eccezionale, tranquilla e buona nella mangiatoia o tra le braccia dei genitori: ad un certo punta, forse un po’ stanca e assonnata, è stata presa dalla mamma che seduta per terra, sulla paglia, con un sonaglino, la faceva divertire e il papà assisteva sorridendo, una scena di famiglia emozionante che forse avrà vissuto anche il Bambinello.
Fantastici tutti gli attori non professionisti a partire dai Re Magi, che pregavano gli spettatori appena arrivati così: “Se troverete questo bambino, se troverete Dio prima di noi avvisateci! Così che anche noi possiamo incontrarlo”. I Magi, inoltre, invitavano i visitatori a seguire la stella come le lavandaie, che affannate e felici preparavano i panni per la venuta del Messia; delicata la giovane Maria che rispondeva “sì” all’angelo dell’Annunciazione, come quella che correva da Elisabetta che sentiva sussultare il bambino nel grembo appena vedeva la cugina; giustamente tormentato Giuseppe, che non sapeva come comportarsi, rassicurato dalla voce di un angelo e poi i romani, gli occupanti della Terra Santa di allora: da quello che annunciava il censimento con voce tonante, al giovane imperatore Ottaviano Augusto, ai tre divertenti ubriaconi che pensavano solo al vino, fino alla premurosa locandiera, dispiaciuta di non poter ospitare la sfinita Maria, a cui trova infine posto una giovane e caritatevole serva della locanda. Menzione speciale per i bravi falegnami, per le venditrici di stoffe e di verdure al mercato e per le allegre pastorelle.
Da ricordare che tutto questo è stato possibile grazie a un gruppo di volenterosi della nostra parrocchia, che “senza indugio” si è dedicato alla preparazione, in questi mesi, del presepio vivente occupandosi dell’allestimento scenografico, degli abiti, del reperimento di interpreti e comparse e della stesura del copione. Un lavoro immenso, entusiasmante ma molto impegnativo, a cui si sono dedicati senza risparmiarsi, spesso incuranti delle condizioni atmosferiche, una squadra numerosa di donne e uomini, sostenuta dall’infaticabile, Giovanni Stortini; un grazie enorme a lui, al “Comitato del presepe vivente”, alle persone e alle famiglie che si sono prodigate in tanti e vari modi affinché si potesse tornare a vedere e sentire qualcosa della storia più bella, che non finisce di stupire chi ci si si avvicina.
Simona Mengascini