“San Giuseppe,

tu che hai amato Maria con libertà,

e hai scelto di rinunciare al tuo immaginario per fare spazio alla realtà,

aiuta ognuno di noi a lasciarci sorprendere da Dio

e ad accogliere la vita non come un imprevisto da cui difendersi,

ma come un mistero che nasconde il segreto della vera gioia.

Ottieni a tutti i fidanzati cristiani la gioia e la radicalità,

conservando però sempre la consapevolezza

che solo la misericordia e il perdono rendono possibile l’amore. Amen”

 

Questa meravigliosa preghiera è stata pronunciata da papa Francesco nel corso dell’ultima Udienza generale del 1° dicembre, prima del viaggio apostolico a Cipro e in Grecia. La riportiamo in questa breve riflessione perché nel giorno dell’Immacolata terminerà lo speciale “Anno di San Giuseppe” indetto lo scorso anno dal pontefice con la Lettera apostolica “Patris corde – Con cuore di Padre”, in cui il papa ha ricordato il 150° anniversario della dichiarazione di San Giuseppe quale Patrono della Chiesa universale. Per la nostra parrocchia è un’occasione proprio speciale, perché in quel giorno, alla celebrazione eucaristica delle 11.15 una coppia, Emilia e Gino Stipa, festeggerà insieme ai due figli Keti e Giorgio, e ai parenti, il cinquantesimo anniversario di matrimonio. I due sono testimoni di quel particolare “amore maturo”, di cui il papa ha parlato in questa sua ultima catechesi su san Giuseppe, con un linguaggio semplice, concreto, familiare. Egli infatti ha notato come “molto spesso la nostra vita non è come ce la immaginiamo. Soprattutto nei rapporti di amore, di affetto, facciamo fatica a passare dalla logica dell’innamoramento a quella dell’amore maturo”: ma “proprio quando l’innamoramento con le sue aspettative sembra finire, lì può cominciare l’amore vero. Amare infatti non è pretendere che l’altro o la vita corrisponda alla nostra immaginazione; significa piuttosto scegliere in piena libertà di prendersi la responsabilità della vita così come ci si offre”.

E come hanno sperimentato Gino e Emilia, “l’amore di una coppia va avanti nella vita e matura ogni giorno. L’amore del fidanzamento è un po’ – permettetemi la parola –, un po’ romantico. Voi lo avete vissuto tutto, ma poi comincia l’amore maturo, di tutti i giorni, il lavoro, i bambini che arrivano. E alle volte quel romanticismo sparisce un po’. Ma non c’è amore? Sì, ma amore maturo”. E allora i litigi, la voce grossa, le parole che scavano e pesano? Il papa si fa padre spirituale, confessore e uomo saggio dando un prezioso consiglio: “non finire mai la giornata senza fare la pace. Abbiamo litigato, io ti ho detto delle parolacce Dio mio, ti ho detto cose brutte. Ma adesso finisce la giornata: devo fare la pace. Sapete perché? Perché la guerra fredda del giorno dopo è pericolosissima. Non permettere che il giorno dopo incominci in guerra. Per questo fare la pace prima di andare a letto. Ricordatevi sempre: mai finire la giornata senza fare la pace. E questo vi aiuterà nella vita matrimoniale”.

Grazie a Emilia e Gino per il loro amore, per la loro decisione di condividere con noi questo momento di gioia e grazie a papa Francesco, che con parole limpide ci ha presentato la verità dell’amore ammantata di una bellezza che può crescere e crescere, superando ogni sfida… se rimane ben innestato nella sua sorgente naturale che è Dio.