Venerdì 17 gennaio, in Italia, 36ª Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei (17 gennaio 2025), dal titolo: “Pellegrini di speranza”. In allegato il messaggio e il sussidio; nel sito:unedi.chiesacattolica.it ulteriori materiali per la Giornata.

Sabato 18 gennaio, inizia la LVIII Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani dal titolo: “Credi tu questo?” (Gv 11, 26), che si concluderà sabato 25 gennaio, festa della conversione di san Paolo. In allegato il sussidio; nel sito: www.prounione.it ulteriori approfondimenti. 

Domenica 26 gennaio (3aDomenica del tempo ordinario, Domenica della Parola di Dio e, in parrocchia, festa di sant’Antonio, abate).

Credi tu questo?”
(Giovanni 11, 26)

SETTIMANA DI PREGHIERA

PER

L’UNITÀ DEI CRISTIANI

18-25 gennaio

Testi utili per tutto l’anno 2025

preparati congiuntamente dal Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani e la Commissione Fede e costituzione del Consiglio ecumenico delle chiese

CENTRO PRO UNIONE

Sommario

INTRODUZIONE TEOLOGICO-PASTORALE…………………………………………………………………………………….. 8

LA PREPARAZIONE DEL MATERIALE PER LA SETTIMANA ……………………………………………………………….. 11

DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI 2025………………………………………………………………………….. 11

TESTO BIBLICO…………………………………………………………………………………………………………………….. 12

CELEBRAZIONE ECUMENICA ………………………………………………………………………………………………….. 13

DELLA PAROLA DI DIO…………………………………………………………………………………………………………… 13

PREGHIERA UNIVERSALE……………………………………………………………………………………………………….. 49

SUGGERIMENTI PER L’ORGANIZZAZIONE…………………………………………………………………………………… 58

DELLA SETTIMANA DI PREGHIERA……………………………………………………………………………………………. 58

PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI…………………………………………………………………………………………………….. 58

PRESENTAZIONE[1]

Credi tu questo?”
(Giovanni 11, 26)

1.   “Credi tu questo?”: questa domanda di Gesù è il fondamento della fede cristiana. È una domanda che percorre tutto il corso della storia e che ci interpella profondamente sul piano personale ed ecclesiale. Il brano scelto ci commuove perché ci richiama l’evento centrale della nostra fede: Gesù è risorto, è la risurrezione e la vita, la morte non ha l’ultima parola, ma è sommersa dalla risurrezione di Cristo. Siamo nella parte del Vangelo di Giovanni chiamata “vangelo dei segni”: segni che rivelano tratti fondamentali del mistero di Cristo, segni che preludono al “Segno” perfetto e definitivo, all’evento della “gloria”, cioè il mistero pasquale, il dono totale che Cristo fa di sé al Padre e agli uomini, evento di salvezza e di rivelazione, dono dello Spirito ed espressione di un amore senza misura. Nel contesto del capitolo 11 contrassegnato dall’attesa di quell’“ora”, risuonano le parole del dialogo tra Marta e il Signore: da una parte, la delusione, la fragilità e il dolore di Marta, che con Lazzaro sa di aver perso tutto ciò che aveva: “se tu eri qui, mio fratello non moriva!”. Dall’altra parte Gesù, il Signore della vita che davanti a lei afferma: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà; anzi chi vive e crede in me non morirà mai” (Gv 11, 25-26). Una affermazione potente che non è solo un messaggio comunicativo, ma è performativo, è dabar. Parola di Dio efficace che realizza ciò che dice: non un messaggio ma un evento di risurrezione che spezza ogni delusione e dolore e che interpella personalmente e profondamente Marta e ognuno di noi: “Credi tu questo?”. Sì, Marta lo aveva capito bene, il Padre nulla avrebbe negato a Gesù, ed era certa che ci sarebbe stata una risurrezione di tutti coloro che avevano creduto nel Maestro. Ed è singolare che proprio a una donna il Signore si riveli come la risurrezione e la vita, così come a una donna samaritana si è rivelato come Messia, e così come le donne saranno sotto la croce fino alla fine, e saranno donne le prime testimoni della risurrezione.

2.   “Credi tu questo?”: sì, significa credere nella persona di Cristo e nel suo Spirito sia nella storia e nella vita personale di ognuno di noi, sia come chiese cristiane. In questo presente tempo in cui lo scetticismo verso i principi e le verità evangeliche sembra farla da padrone, i cristiani sono chiamati a credere e soprattutto vivere la fede in Gesù credendo alla sua Parola, credendo a ciò che può sembrare impossibile, perché il nostro Dio è l’Iddio dell’impossibile. La risurrezione è un vero e proprio ritorno alla vita, è un miracolo di Dio che si accetta per fede, estraneo al pensiero del nostro tempo ma è un miracolo e un dono. E la risurrezione di Cristo è garanzia della risurrezione dei credenti e della realtà della communio sanctorum, aprendo nuove prospettive sul piano personale e comunitario, sul piano escatologico e sul piano esistenziale ed ecclesiale.

3.   “Credi tu questo?”: anche nel cammino ecumenico si tratta di credere in Cristo nostra speranza, che nella sua Carne ha abbattuto il muro della divisione e ha fatto di due popoli una cosa sola (cfr. Ef 2, 14-15). Si tratta quindi di immergere in lui e nel suo Spirito il nostro cammino che porta i segni delle fragilità e degli interrogativi del presente. Crediamo che l’ecumenismo non sia soltanto un lavoro diplomatico, incontro al vertice o l’intesa pratica in uno spirito di collaborazione per le diverse iniziative, ma sia innanzitutto incontro personale con Cristo, guardarlo negli occhi e credere in lui e nella sua forza trasformante. Alle volte siamo presi dalla tentazione di accomodarci sui risultati raggiunti o dalla delusione per il fatto che dopo i documenti congiunti di particolare rilievo sul piano storico e teologico non si sia già arrivati all’unità auspicata. Pensiamo a Paolo VI e Athenagoras che già 60 anni fa, il 7 dicembre 1965, auspicavano di celebrare mangiando dall’unico pane e bevendo dall’unico calice. Sembrava una cosa imminente. Importanti risultati sono stati raggiunti con il B.E.M., con il Documento congiunto sulla giustificazione, e sulla commemorazione congiunta dei 500 anni della Riforma, ma poi nel difficile momento storico degli anni ‘20 di questo secolo, caratterizzati dalla drammatica esperienza della pandemia e della guerra in Ucraina e in Medio oriente, sembra di trovarsi in un tempo sospeso dove tutto è congelato e immobile. E qui, quando ci sembra di poter dire con Marta “Signore, se tu eri qui, mio fratello non moriva!”, Cristo dice ancora una volta in questo momento storico: “Io sono la risurrezione e la vita (…) Credi tu questo?”. Dunque, si tratta di credere nella risurrezione anche per quanto riguarda il cammino ecumenico. Sì, credere nella persona di Cristo. È lui che ha trasformato ogni immobilismo, ogni rigidità ogni tentazione, ogni difficoltà in luce, ogni morte in vita. Anche per il cammino ecumenico che noi come corpus christianorum effettuiamo. È lui che è entrato nelle nostre divisioni e le trasforma in perdono, misericordia, rinnovato amore reciproco, in una visione di unità poliedrica dell’unica Chiesa di Cristo, (cfr. Evangelii Gaudium 236). Sentiamo a livello personale e come delegati delle nostre chiese l’interrogativo che ci interpella in coscienza profondamente. Credi tu questo? Credi in un mondo trasformato dall’amore e dalla luce di Cristo, vita e risurrezione, anche quando sembrano addensarsi le tenebre? Facciamo nostra la preghiera di Bonhoeffer a Flossenburg: “Al cominciar del giorno, Dio ti chiamo (…) c’è buio in me in te invece c’è luce. Sono solo ma tu non mi abbandoni, non capisco le tue vie, ma tu sai quale è la strada, Padre del cielo siano lode e grazia a te!” 

4.    “Credi tu questo?”: significa credere che non può essere svuotata la croce di Cristo. Ed è qui che possiamo ricordare quanto dissero Giovani Paolo II e Bartolomeo nel 1994: “Carissimi, abbiamo questo compito comune, dobbiamo dire insieme fra Oriente e Occidente: Ne evacuetur Crux! (cfr. 1Cor 1,17). Non sia svuotata la Croce di Cristo, perché se si svuota la Croce di Cristo, l’uomo non ha più radici, non ha più prospettive: è distrutto! Questo è il grido alla fine del secolo ventesimo. È il grido di Roma, il grido di Costantinopoli, il grido di Mosca. È il grido di tutta la cristianità”.

5.   “Credi tu questo?”: significa credere nello Spirito di Cristo che ci guida alla verità tutta intera. Noi cristiani delle diverse chiese delle Marche crediamo che lo stesso Spirito che ha contraddistinto i primi cristiani a Nicea ci ha radunati insieme e ci sta facendo fare insieme un cammino di fraternità e di profonda accoglienza. Non lo potevamo nemmeno immaginare, quando nel 2011 ci siamo trovati a Loreto solo con una bozza di progetto ma come rappresentanti di diverse chiese per proclamare l’unica vera Chiesa in Cristo con sensibilità diverse. È stato molto bello studiare insieme uno statuto per poter testimoniare insieme nella nostra regione la nostra esperienza cristiana. Il fatto di trovarci a Loreto non è stato qualcosa di divisivo, anche se inizialmente poteva esserci qualche timore. Anzi, continuiamo ogni anno a trovarci proprio a Loreto come cristiani che nella loro diversità si radunano insieme in preghiera alla vigilia di Pentecoste effettuando una veglia ecumenica per chiedere il dono dello Spirito ed affidargli il cammino ecumenico. Questa esperienza che facciamo insieme da tre anni ci corrobora, ci unisce, ci fa avanzare nel cammino di conversone personale e comunitario come chiese.  

6.    Il Concilio di Nicea che ricordiamo nell’anniversario dei 1700 anni della sua convocazione,  è di profonda attualità anche oggi, perché ci offre l’immagine di un Dio che in se stesso è comunione, è dialogo, è amore:  la Trinità come modello di unità nella diversità, proclamando il Figlio come  consustanziale al Padre si mette in evidenza non solo che il Figlio è Dio come è Dio il Padre, Dio vero da Dio vero, ma come l’amore costituisca lo specifico della Trinità, dove ogni Persona ha la sua specifica identità nella piena unità e nella totale donazione alle altre. Il Concilio di Nicea ci mostra la Trinità come modello dell’unica Chiesa di Cristo e ci ricorda che il cammino ecumenico si alimenta nell’amore reciproco che costituisce l’essere di Dio.

7.    Il ricordo del Concilio di Nicea ci porta a pensare ad Atanasio, Padre della Chiesa, difensore della fede trinitaria espressa a Nicea contro l’arianesimo. Atanasio conosce il dramma delle divisioni della Chiesa antica, conosce le false accuse, l’esilio e la persecuzione, ma nella sua fedeltà a Cristo, nel credere fermamente in lui, che è la risurrezione e la vita riesce a intuire nel mistero di Cristo il disegno di Dio sull’uomo: in Cristo, Dio si è fatto Uomo perché l’uomo possa divenire Dio. Sì, Egli riesce a mostrarci la divinizzazione dell’uomo come centro dell’antropologia cristiana e della vita della chiesa, O admirabile commercium, o meraviglioso scambio tra la nostra povertà e la sua grandezza, che riecheggia tra gli antichi padri e che indica ancora nel cammino delle chiese di oggi la certezza che la nostra povertà è stata assunta e trasformata da Cristo. Ancora oggi ci viene chiesto: credi tu questo? E ancora oggi possiamo dire che crediamo fermamente in Cristo e nell’azione del suo Spirito, e crediamo che la divinizzazione dell’uomo in comunione con gli altri nella reciprocità dell’amore e dunque nella koinonia, possa costituire il centro della ecclesiologia cristiana e la meta del cammino ecumenico: tutti uno in Cristo, risurrezione e vita. Che il Signore ci aiuti a proseguire in questo cammino!

Il Consiglio delle Chiese Cristiane delle Marche[2]

NOTA IMPORTANTE

Questo sussidio riporta la versione internazionale del testo per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2025. Per eventuali adattamenti al contesto locale si prega di contattare la Conferenza episcopale o il Sinodo della propria chiesa.

INTRODUZIONE TEOLOGICO-PASTORALE

Credi tu questo?”
(Giovanni 11, 26)

Le preghiere e le riflessioni per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2025 sono state redatte dai fratelli e dalle sorelle della Comunità Monastica di Bose, nel nord Italia. Quest’anno ricorre l’anniversario dei 1700 anni del primo Concilio ecumenico dei cristiani che si tenne a Nicea, vicino Costantinopoli, nel 325 d.C.; questa commemorazione offre un’opportunità unica per riflettere e celebrare la nostra comune fede di cristiani, quale fu espressa nel Credo formulato durante quel Concilio, una fede ancora oggi viva e feconda. La Settimana di preghiera del 2025 ci invita ad attingere a questa eredità condivisa e ad entrare più profondamente nella fede che ci unisce come cristiani.

Il Concilio di Nicea

Convocato dall’imperatore Costantino, il Concilio di Nicea fu celebrato – secondo la tradizione – da 318 Padri, per lo più provenienti dall’oriente. La Chiesa, che stava emergendo proprio allora dalla clandestinità e dalla persecuzione, cominciava a sperimentare quanto fosse difficile condividere la medesima fede nei diversi contesti culturali e politici dell’epoca. Accordarsi sul testo del Credo significò definire i fondamenti essenziali comuni su cui costruire comunità locali che si riconoscessero come chiese sorelle, ciascuna nel rispetto delle diversità delle altre.

Nei decenni precedenti erano sorte divergenze tra i cristiani, talvolta degenerate in gravi conflitti e dispute riguardanti svariate questioni quali: la natura di Cristo in relazione al Padre; l’accordo su un’unica data per celebrare la Pasqua e il suo rapporto con la Pasqua ebraica; l’opposizione a opinioni teologiche considerate eretiche; la riammissione dei credenti che avevano abiurato la fede durante le persecuzioni perpetrate negli anni precedenti.

Il testo del Credo approvato utilizzava la prima persona plurale: “Noi crediamo…”, formula che sottolineava un’appartenenza comune. Il Credo era costituito da tre parti, dedicate ciascuna ad una delle tre Persone della Trinità, cui seguiva una conclusione in cui venivano condannate le affermazioni considerate eretiche. Il testo di questo Credo fu rivisto e ampliato durante il Concilio di Costantinopoli del 381 d.C., in cui furono eliminate le condanne. Si raggiunse così quella formulazione della professione di fede che le chiese cristiane oggi riconoscono come “Credo niceno-costantinopolitano”, spesso indicato semplicemente come “Credo niceno”.

Dal 325 al 2025

Nonostante il Concilio di Nicea abbia stabilito il modo in cui calcolare la data della Pasqua, successive divergenze di interpretazione hanno fatto sì che spesso oriente e occidente abbiano individuato diverse date per la celebrazione pasquale. Nell’attesa che la data della celebrazione pasquale torni nuovamente a coincidere ogni anno, in questo anniversario del 2025 – per una felice coincidenza – questa solennità sarà celebrata nella stessa data sia dalle chiese di oriente che da quelle di occidente.

Il significato degli eventi salvifici che tutti i cristiani celebreranno la domenica di Pasqua, 20 aprile 2025, non è mutato con il passare di questi diciassette secoli. La Settimana di preghiera per l’unità rappresenta la possibilità per i cristiani di analizzare e ravvivare questa eredità e di riappropriarsene in modi consoni alla cultura contemporanea, nelle sue varie articolazioni, oggi ancor più complesse rispetto a quelle del mondo cristiano ai tempi del Concilio di Nicea. Vivere insieme la fede apostolica non significa riaprire le controversie teologiche di allora, protrattesi nei secoli, quanto piuttosto rileggere, in atteggiamento di preghiera, i fondamenti scritturistici e le esperienze ecclesiali che hanno condotto alla celebrazione del Concilio e ne hanno motivato le decisioni.

Il testo biblico per la Settimana di preghiera

Il testo biblico di riferimento per la Settimana – tratto dal Vangelo Giovanni, 11, 17-27 – è stato scelto proprio in quest’ottica, e il tema precipuo “Credi tu questo?” (v. 26), prende spunto dal dialogo tra Gesù e Marta, durante la visita di Gesù alla casa di Marta e Maria a Betania, dopo la morte del loro fratello Lazzaro, come narrato dall’evangelista Giovanni.

All’inizio del capitolo viene detto che Gesù amava Marta, Maria e Lazzaro (v. 5) e, informato che Lazzaro era gravemente malato, rassicura che la sua malattia “non porterà alla morte”, ma che “servirà a manifestare la gloriosa potenza di Dio e quella di suo Figlio” (v. 4); Gesù rimane in quel luogo per altri due giorni. Quando Gesù arriva a Betania, nonostante fosse stato avvertito del rischio di essere ucciso (v. 8), Lazzaro “era nella tomba da quattro giorni” (v. 17): le parole di Marta a Gesù esprimono rammarico per il suo arrivo tardivo, e forse contengono anche una nota di rimprovero: “Signore, se tu eri qui, mio fratello non moriva!” (v. 21). Ma sono seguite immediatamente da una professione di fede nella sua potenza salvifica: “E anche ora so che Dio ascolterà tutto quello che tu gli domandi” (v. 22). Quando Gesù la rassicura che suo fratello risorgerà (v. 23), lei risponde proclamando la sua fede religiosa: “Sì, lo so; nell’ultimo giorno risorgerà anche lui” (v. 24). Gesù la conduce oltre, dichiarando il suo potere sulla vita e sulla morte e rivelando la sua identità di Messia: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà; anzi chi vive e crede in me non morirà mai” (vv. 25-26). Dopo questa sorprendente affermazione, Gesù pone a Marta una domanda molto diretta e profondamente personale: “Credi tu questo?” (v. 26).

Come Marta, i primi cristiani non potevano rimanere indifferenti o passivi di fronte a queste parole di Gesù che toccavano e scrutavano il loro cuore. Cercarono, quindi, fervidamente, di dare una risposta comprensibile alla domanda di Gesù: “Credi tu questo?”. Analogamente, i Padri di Nicea si sforzarono di trovare le parole giuste per esprimere il Mistero dell’Incarnazione e della Passione, Morte e Risurrezione del loro Signore nella sua interezza. Nell’attesa del suo ritorno, i cristiani di tutto il mondo sono chiamati a testimoniare insieme questa fede nella risurrezione, che per loro è fonte di speranza e di gioia, da condividere con tutti i popoli.

Celebrazione ecumenica della Parola di Dio

Nell’anno in cui ricordiamo l’anniversario del Concilio di Nicea, la Celebrazione ecumenica della Parola di Dio della Settimana di preghiera è incentrata sul significato del credere e sull’affermazione della fede, sia personale che comunitaria: “Io credo” e, insieme, “Noi crediamo”. Nell’invito alla Celebrazione, il testo biblico che ispira il tema della Settimana – e l’impegnativa domanda che ne è il cuore: “Credi tu questo?” – viene proclamato in un dialogo tra tre lettori e l’assemblea. Dopo una didascalia introduttiva al primo Concilio ecumenico, viene recitata una preghiera di apertura, ispirata a Clemente di Roma (35-99 d.C. circa), che introduce alle Letture dell’Antico e del Nuovo Testamento.

Dopo l’omelia/sermone, il dialogo tra lettori e assemblea continua, riecheggiando quello tra Gesù e Marta. I partecipanti sono invitati a celebrare la loro fede comune e – ricevuta una candela la cui fiamma viene condivisa tra loro come segno della luce di Cristo risorto – recitano insieme il Credo niceno.

Le Preghiere di intercessione, basate su scritti patristici[3] risalenti al periodo tra il II e l’VIII secolo, sono un invito a crescere nella fede e a testimoniare insieme Dio – Padre, Figlio e Spirito Santo – nel mondo. Tutti i presenti recitano poi insieme il Padre Nostro e, ricevuta la benedizione, escono in missione.

Materiale per ogni giorno della Settimana di preghiera

Per ciascuno degli Otto giorni vengono forniti testi per la preghiera personale o comunitaria che comprendono due brani della Scrittura e un Salmo. I temi di ogni giorno, invece, ripropongono alla riflessione, personale e comunitaria, affermazioni-chiave del Credo niceno[4].

Giorno 1:        Noi crediamo in un solo Dio, Padre onnipotente…

Giorno 2:        … Creatore del cielo e della terra

Giorno 3:        Noi crediamo in un solo Signore, Gesù Cristo (…) che si è fatto Uomo

Giorno 4:        Fu crocifisso (…). Morì e fu sepolto (…). Il terzo giorno è risuscitato

Giorno 5:        Crediamo nello Spirito Santo, che (…) dà la vita

Giorno 6:        Crediamo la Chiesa

Giorno 7         Professiamo un solo battesimo 

Giorno 8:        Aspettiamo la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà

Si è scelto di sostituire agli usuali Commenti alle letture scritturistiche di ciascun giorno delle brevi letture patristiche provenienti da diverse aree geografiche e tradizioni ecclesiali (greca, siriaca, armena e latina), con l’intento di offrire uno spaccato della riflessione cristiana del primo millennio, che aiuti a collocare le definizioni del Concilio di Nicea, sia nei contesti che le hanno generate, sia in quelli che ne sono stati influenzati. Le preghiere di intercessione e quelle per la meditazione di ogni giorno invitano a rendere attuale e operante – con sentimenti di gioia e gratitudine – il contenuto della fede condivisa e celebrata nei secoli in tutta l’ecumene.

LA PREPARAZIONE DEL MATERIALE PER LA SETTIMANA

DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI 2025

Il Comitato internazionale nominato congiuntamente dal Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani (DPUC) e dalla Commissione Fede e costituzione del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) per la revisione e la messa a punto del materiale per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2025 si è riunito in Italia, presso il Monastero di Bose, dall’11 al 15 settembre 2023.

La redazione del sussidio era stata affidata dal DPUC e dal CEC alla Comunità Monastica di Bose, che aveva, a sua volta, nominato un gruppo di fratelli e sorelle della Comunità per redigere la prima bozza del testo. Durante l’incontro a Bose, questo Gruppo locale ha collaborato con il Comitato internazionale per la revisione finale del testo. L’incontro è stato presieduto congiuntamente dal Reverendo Mikie Roberts del CEC di Ginevra e dal Reverendo Martin Browne, OSB, del DPUC.

Partecipanti della Commissione internazionale

Rev.do Martin Browne, OSB                                   Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani                                                                                (Roma)

Suor Leticia Candelario Lopez, FMVD      Fraternità missionaria Verbum Dei (Singapore)

Rev.do Miguel Desjardins, CCN                 Conferenza episcopale francese (Parigi)

Rev.do Dott. Philip Halikias                                    Collegio ellenico Holy Cross (Brookline, MA)

Dott. Andrej Jeftić                                        Consiglio ecumenico delle chiese (Ginevra)

Rev.do Dott. Mikie Roberts                         Consiglio ecumenico delle chiese (Ginevra)

Pastore Dott. Jochen Wagner                      Associazione delle chiese cristiane di Germania (Francoforte)

Dott.ssa Clare Watkins                                Università di Roehampton (Londra)

Partecipanti del Gruppo locale della Comunità Monastica di Bose

Fratel Sabino Chialà             Comunità Monastica di Bose, Priore  

Fratel Guido Dotti                 Comunità Monastica di Bose

Suor Sylvie Maubon             Comunità Monastica di Bose  

Fratel Matteo Nicolini Zani Comunità Monastica di Bose  

TESTO BIBLICO

Giovanni 11, 17-27

Betània era un villaggio distante circa tre chilometri da Gerusalemme: quando vi giunse Gesù, Lazzaro era nella tomba da quattro giorni. Molta gente era andata a trovare Maria e Marta per confortarle dopo la morte del fratello.

Quando Marta sentì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece rimase in casa.
Marta disse a Gesù: “Signore, se tu eri qui, mio fratello non moriva! E anche ora so che Dio ascolterà tutto quello che tu gli domandi”.

Gesù le disse: “Tuo fratello risorgerà”. Marta rispose: “Sì, lo so; nell’ultimo giorno risorgerà anche lui”.

Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà; anzi chi vive e crede in me non morirà mai. Credi tu questo?”.

Marta gli disse: “Signore, sì! Io credo che tu sei il Messia, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo”.

1N.B.: Testi biblici tratti da:

Parola del Signore. La Bibbia. Nuova versione interconfessionale in lingua corrente, Elledici-Alleanza Biblica Universale, Torino-Roma 2014.

CELEBRAZIONE ECUMENICA

DELLA PAROLA DI DIO

Credi tu questo?”
(Giovanni 11, 26)

Introduzione

Quest’anno la Celebrazione ecumenica è stata redatta dalla Comunità Monastica di Bose, un monastero ecumenico di fratelli e sorelle situato nel nord Italia. Dal momento che quest’anno celebriamo i 1700 anni dal Concilio di Nicea[5], questo momento di preghiera si incentra sul Credo niceno e, per conseguenza, le letture bibliche presentano direttamente il tema della fede.

A Bose, la vita comunitaria è scandita dal ritmo regolare della preghiera. Al suono delle campane che invitano alla preghiera, le sorelle, i fratelli e gli ospiti si riuniscono tutti in chiesa. Pertanto, se il contesto locale lo consente, si suggerisce che i fedeli convenuti, prima di recarsi al proprio posto, siano accolti e radunati in piccoli gruppi, presso spazi appositamente predisposti davanti al luogo di culto.

All’inizio della celebrazione i fedeli si spostano verso lo spazio idoneo all’ascolto e alla meditazione della Scrittura. La comunità riunita è poi invitata a riflettere sulla storia della confessione di fede di Marta in Gesù, narrata nel Vangelo di Giovanni 11, 17-27. Rispecchiando la pratica del monastero di Bose, segue un momento di silenzio in cui ciascuno è interpellato dalla domanda provocatoria di Gesù a Marta: “Credi tu questo?”. Si suggerisce che questo momento di silenzio – pur nel rispetto delle possibilità concrete di ogni contesto – sia congruo e si protragga per almeno cinque minuti.

In risposta alla proclamazione della Parola, esprimiamo insieme la nostra fede con la recita solenne del Credo niceno. Questo momento è caratterizzato dalla condivisione della luce di Cristo, simboleggiata dalle candele accese. Le candele vengono distribuite e la luce si diffonde dall’ambone verso tutta la comunità. Insieme, come luce del mondo e uniti nell’amore, affermiamo: “Noi crediamo…”. Alla fine della celebrazione le candele accese vengono riposte in un recipiente adatto e sicuro per bruciare insieme come memento della nostra continua chiamata all’unità tra i cristiani. 

Ulteriore tratto specifico della celebrazione di quest’anno è l’inserimento di testi di scrittori paleocristiani, soprattutto nelle preghiere di intercessione. Per le sorelle e i fratelli di Bose questi autori sono una fonte viva per la loro vita comune in quanto riflettono non solo la fede comune prima e dopo Nicea, ma anche la diversità di lingua, cultura e spiritualità che caratterizzava la Chiesa primitiva.

I testi assegnati al celebrante (C.) possono essere condivisi tra i vari ministri o rappresentanti delle diverse tradizioni presenti, analogamente, i testi assegnati al lettore (L.) possono essere distribuiti tra più persone.

La benedizione e l’invio in missione possono essere proclamati congiuntamente da ministri o rappresentanti delle diverse comunità presenti.

Indicazioni circa la versione del Credo utilizzata in questa Celebrazione

Il testo del Credo predisposto per la Celebrazione ecumenica è il Credo niceno-costantinopolitano normalmente utilizzato durante le Assemblee generali del Consiglio ecumenico delle chiese e altri eventi ecumenici. Nel riferirsi allo Spirito Santo, questa versione omette l’espressione Filioque – “e il Figlio” – dopo la frase “che procede dal Padre”. Questa espressione, infatti, non era nel testo originale del Credo adottato al Concilio di Nicea (325 d.C.), né di quello adottato al Concilio di Costantinopoli (381 d.C.), ma fu aggiunta in occidente nel VI secolo per sottolineare la divinità del Figlio di fronte all’eresia ariana. L’inserimento è stato causa di dispute tra oriente e occidente per molti secoli ed oggetto di importanti discussioni ecumeniche negli ultimi decenni. Parimenti, nel riferirsi al Figlio, la versione scelta omette anche l’espressione Deum de Deo – “Dio da Dio” – in riferimento al Figlio, che era originariamente inclusa nel Credo di Nicea, ma espunta nella versione adottata a Costantinopoli nel 381.

Un documento del 1981 della Commissione Fede e costituzione del Consiglio ecumenico delle chiese – di cui la Chiesa cattolica è membro a pieno titolo – raccomanda: “che la forma originale del terzo articolo del Credo, senza il Filioque, sia ovunque riconosciuta come quella normativa e ripristinata, in modo che tutto il popolo cristiano possa, in questa formula, confessare la sua fede comune nello Spirito Santo”[6].  Mentre l’espressione Filioque resta nella tradizione liturgica della Chiesa latina e di alcune altre Chiese occidentali, tuttavia generalmente si omette quando si recita il Credo negli incontri ecumenici tra il Vescovo di Roma e i vari Capi delle Chiese orientali.

Un documento cattolico del 1995 dichiara: “La Chiesa cattolica riconosce il valore conciliare e ecumenico, normativo e irrevocabile, quale espressione dell’antica fede comune della Chiesa e di tutti i cristiani, del simbolo professato in greco dal II Concilio ecumenico a Costantinopoli nel 381. Nessuna professione di fede propria ad una tradizione liturgica particolare può contravvenire a tale espressione di fede insegnata e professata dalla Chiesa indivisa”[7].

Celebrazione ecumenica

C.: Celebrante

L.: Lettore

T.: Tutti

I. INVITO ALLA PREGHIERA

La celebrazione inizia all’ingresso del luogo di culto.

C.: Sia benedetto il nostro Dio in ogni tempo.

T.: Ora e sempre. Amen.

C.: Venite, adoriamo Dio nostro Re.

T.: Adoriamo Cristo in mezzo a noi, nostro Re e nostro Dio.

C.: Venite, prostriamoci dinnanzi al Signore, nostro Re e nostro Dio.

T.: Santo Dio, Santo e Potente, Santo e Immortale, abbi pietà di noi.

L.1: Quando Gesù arrivò a Betania, trovò che Lazzaro era già nella tomba da quattro giorni.

L’assemblea comincia a spostarsi verso l’interno del luogo di culto.

L.2:     Quando Marta seppe che Gesù stava arrivando, gli andò incontro, mentre Maria rimase in casa.

L. 3: Marta disse a Gesù: “Signore, se tu eri qui, mio fratello non moriva! E anche ora so che Dio ascolterà tutto quello che tu gli domandi”.

T.: Gesù le disse: “Tuo fratello risorgerà”.

L.1: Marta rispose: “Sì, lo so; nell’ultimo giorno risorgerà anche lui”.

T.: Gesù le disse: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà; anzi chi vive e crede in me non morirà mai”.

L.2:     “Credi tu questo?”.

            Pausa

L.3:     Credete voi questo?

            Pausa

L.1:     Credete voi questo?                                                             

(cfr. Giovanni 11, 17-27)

            Pausa prolungata

Canto

C.: 1700 anni fa, i cristiani si confrontarono su temi di fede, affrontando difficoltà e disorientamento. Da questo confronto, talora anche acceso, è tuttavia scaturita la possibilità di proclamare insieme la loro fede con le parole espresse nel Credo niceno. Oggi, qui riuniti come comunità di cristiani, siamo radunati da culture e confessioni diverse per celebrare la nostra fede comune. Cristo è in mezzo a noi.

T.: Lo era, lo è e lo sarà sempre.

Indirizzo di benvenuto

La comunità ospitante indirizza una parola di benvenuto.

Preghiere di apertura                                                                                                                                          

T.: Kyrie, eleison!  Signore, pietà!

L.1: O Dio Creatore e custode di ogni cuore,

che accresci la famiglia umana sulla terra,

fa’ che tutti i popoli riconoscano che Tu sei l’unico Dio,

che Gesù Cristo è il tuo Figlio

e che noi siamo il tuo popolo, il gregge del tuo pascolo. 

T.: Kyrie, eleison!  Signore, pietà!

L.2: O Signore, ti preghiamo, vieni in nostro aiuto,

salva quanti di noi sono afflitti,

abbi pietà dei miseri,

mostra il tuo Volto a chi è nel bisogno.

T.: Kyrie, eleison!  Signore, pietà!

L.3:     O Signore, fedele di generazione in generazione, 

giusto nei tuoi giudizi, misericordioso e compassionevole,

perdona le nostre trasgressioni, purificaci con la tua Verità,

e guida i nostri passi perché possiamo camminare sulla via della santità e della giustizia. 

T.: Kyrie, eleison!  Signore, pietà!

L.4: Signore, fa’ splendere il tuo Volto su di noi nella pace e nel bene,

dona concordia a noi e a tutti gli abitanti della terra;

concedi ai nostri governanti saggezza e intelligenza,

fa’ che esercitino la loro autorità con giustizia e guida le loro decisioni verso la pace.

T.: Kyrie, eleison!  Signore, pietà!

(cfr. Clemente di Roma [ca. 35-99])

II. PROCLAMAZIONE DELLA PAROLA DEL SIGNORE

Prima Lettura: Deuteronomio 6, 4-9

L.: “Ascolta, Israele: Il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo! Amerai il Signore, tuo Dio, con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze. Le parole di questo comandamento che oggi ti do restino nel tuo cuore: le ripeterai ai tuoi figli, le dirai quando sei in casa e quando cammini per la strada, quando ti corichi e quando ti alzi. Le legherai come un segno sulla tua mano e le porterai come un pendaglio davanti agli occhi. Le scriverai sugli stipiti della tua casa e all’ingresso delle città”.

Salmo 131 (130)

T.: Confida nel Signore da ora e per sempre!

L.: Signore, il mio cuore non ha pretese,
non è superbo il mio sguardo.

T.: Confida nel Signore da ora e per sempre!

L.: Non desidero cose grandi
superiori alle mie forze:
io resto tranquillo e sereno.

T.: Confida nel Signore da ora e per sempre!

L.: Come un bimbo in braccio a sua madre
è quieto il mio cuore dentro di me.

T.: Confida nel Signore da ora e per sempre!


L.: Israele, confida nel Signore
da ora e per sempre!

T.: Confida nel Signore da ora e per sempre!

Seconda Lettura: Prima Lettera di Pietro 1, 3-9

L.: Benedetto sia Dio, il Padre del Signore nostro Gesù Cristo! Egli ha avuto tanta misericordia per noi, che ci ha fatti rinascere: risuscitando Gesù Cristo dai morti, Egli ci ha dato una vita nuova. Così ora abbiamo una speranza viva, perché siamo in attesa di ottenere quell’eredità che Dio ha preparato nei cieli. Un’eredità sicura, che non va in rovina e non marcisce. Essa è preparata anche per voi. Intanto Dio vi custodisce nella fede con la sua potenza, fino a quando vi darà la salvezza, quella che sta per manifestarsi negli ultimi tempi.

In questa attesa siate ricolmi di gioia, anche se ora, per un po’ di tempo, dovete sopportare difficoltà di ogni genere. Anche l’oro, benché sia una cosa che non dura in eterno, deve passare attraverso il fuoco, perché si veda se è genuino. Lo stesso avviene per la vostra fede, che è ben più preziosa dell’oro: è messa alla prova dalle difficoltà, perché si veda se è genuina. Solo così voi riceverete lode, gloria e onore, quando Gesù Cristo si manifesterà a tutti gli uomini. Voi non avete visto Gesù Cristo, eppure lo amate; ancora non lo vedete, eppure credete in lui. Anzi, state raggiungendo il traguardo della fede, cioè la vostra salvezza: per questo siete pieni di una gioia grandissima, che non si può esprimere a parole.

Responsorio

L.: Grande è il Signore, grande è la sua forza.

T.: Grande è il Signore, grande è la sua potenza.

L.: La sua sapienza non ha confini.

T.: Grande è la sua potenza.

L.: Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo.

T.: Grande è il Signore, grande è la sua potenza.

Vangelo: Dal Vangelo secondo Giovanni 20, 24-29

C.: Uno dei dodici discepoli, Tommaso, detto Gemello, non era con loro quando Gesù era venuto.

Gli altri discepoli gli dissero: “Abbiamo veduto il Signore”.

Tommaso replicò: “Se non vedo il segno dei chiodi nelle sue mani, se non tocco col dito il segno dei chiodi e se non tocco con la mia mano il suo fianco, io non crederò”.

Otto giorni dopo, i discepoli erano di nuovo lì, e c’era anche Tommaso con loro. Le porte erano chiuse. Gesù venne, si fermò in piedi in mezzo a loro e li salutò: “La pace sia con voi”. Poi disse a Tommaso: “Metti qui il dito e guarda le mani; accosta la mano e tocca il mio fianco. Non essere incredulo, ma credente!”.

Tommaso gli rispose: “Mio Signore e mio Dio!”. Gesù gli disse: “Tu hai creduto perché hai visto; beati quelli che hanno creduto senza aver visto!”.

Segue un momento di silenzio o un canto.

Omelia/Sermone

Segue un momento di silenzio o un intermezzo musicale.

III. CELEBRAZIONE DELLA NOSTRA FEDE COMUNE

Vengono distribuite le candele mentre il celebrante proclama:

C.:       Gesù ha detto: “Io sono la luce del mondo” (Gv 8, 12). In molte tradizioni cristiane, durante la celebrazione del rito battesimale, viene consegnata una candela accesa al battezzando o ai padrini e alle madrine. Gesù stesso chiama i suoi seguaci ad essere “luce del mondo”; ciascuno di noi, quindi, è portatore della luce di Cristo risorto. Riceviamo vicendevolmente la luce di Cristo e propaghiamola gli uni attraverso gli altri.

Quando tutti hanno ricevuto una candela, il celebrante accende la prima candela e condivide la luce con le persone accanto, che a loro volta la condividono con tutta l’assemblea.

C.: Gesù disse a Marta: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà; anzi chi vive e crede in me non morirà mai. Credi tu questo?”.

T.: “Signore, sì! Io credo che tu sei il Messia, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo”.

Ciascuno accende la candela del proprio vicino, dicendo: “La luce di Cristo”. Quando tutte le candele sono state accese, il celebrante prosegue:

C.: Amiamoci gli uni gli altri per poter così proclamare, con spirito unanime, la fede nella quale siamo stati tutti battezzati.

C.:       Ed ora uniamo le nostre voci nel professare insieme il Credo niceno-costantinopolitano[8].

T.:        Noi crediamo in un solo Dio, Padre onnipotente,

Creatore del cielo e della terra,

di tutte le cose visibili e invisibili.

Noi crediamo in un solo Signore, Gesù Cristo,

Unigenito Figlio di Dio,

nato dal Padre prima di tutti i secoli.

Luce da luce, Dio vero da Dio vero,

generato, non creato della stessa sostanza del Padre;

per mezzo di lui tutte le cose sono state create.

Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo.

E per opera dello Spirito Santo

si è incarnato nel seno della Vergine Maria

e si è fatto Uomo.

Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato. Morì e fu sepolto.

Il terzo giorno è risuscitato secondo le Scritture,

è salito al cielo, siede alla destra del Padre

e di nuovo verrà per giudicare i vivi e i morti,

e il suo Regno non avrà fine.

Crediamo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita,

e procede dal Padre.

Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato,

e ha parlato per mezzo dei profeti.

Crediamo la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica.

Professiamo un solo battesimo per il perdono dei peccati,

            aspettiamo la resurrezione dei morti

e la vita del mondo che verrà. Amen.

IV. PREGHIERE DI INTERCESSIONE E PADRE NOSTRO

Preghiere di intercessione

L.1: Tutte le cose sono state create dal nulla e il loro essere sprofonderebbe nuovamente nel nulla, se l’Autore di tutte le cose non le reggesse nelle sue mani (Gregorio Magno [ca.540-604]).

L.2:     Signore della vita, riceviamo tutto il creato dalle tue mani e dalla tua provvidenza. Insegnaci a vivere nel mondo e a custodire con cura e giustizia tutte le cose che hai creato.

T.: Noi crediamo, soccorri la nostra incredulità.

L.1: La chiamo fede: è quella luce intelligibile che sorge nell’anima per grazia, che conforta il cuore e concede il dono della speranza (Isacco di Ninive [VII secolo]).

L.2:     Dio amorevole, concedici il dono della speranza in abbondanza, in un mondo turbato da lotte e discordie. Rinvigorisci il tuo popolo afflitto dall’indifferenza e dalla divisione.

T.: Noi crediamo, soccorri la nostra incredulità.

L.1: Che meraviglia dunque se, rivolgendoci a Dio, prima di tutto professiamo di credere, riconoscendo che, senza fede, non possiamo vivere nemmeno la vita di ogni giorno (Rufino di Aquileia [ca.344-411]).

L.2:     Dio misericordioso, perdonaci per le volte in cui non siamo riusciti a vivere come cristiani una vita di comunione. Attiraci più profondamente verso la fede in te, affinché possiamo testimoniarla al mondo. 

T.: Noi crediamo, soccorri la nostra incredulità.

L.1: Che prevalga la fede: la fede che porta la mente alla fiducia, la fede che non deriva dalla logica umana, ma è frutto dello Spirito Santo (Basilio di Cesarea [ca.330-378]).

L.2:     O Consolatore celeste, ti preghiamo: fa’ che ci affidiamo più al dono della tua sapienza che all’intelligenza dei nostri ragionamenti. 

T.: Noi crediamo, soccorri la nostra incredulità.

L.1: La sua luce è apparsa e ha fatto scomparire le tenebre della prigione; ha santificato la nostra nascita e distrutto la morte, sciogliendo quelle stesse catene che ci rendevano prigionieri (Ireneo di Lione [ca.135-198]).

L.2:     Signore compassionevole, aiutaci a lavorare insieme affinché ovunque ci siano tenebre e oppressione, sofferenza e ingiustizia, possiamo portare la tua luce e la tua libertà.

T.: Noi crediamo, soccorri la nostra incredulità.

Padre Nostro

La comunità locale si accorderà sulla versione del Padre Nostro da recitare insieme.

C.: Come fratelli e sorelle di Gesù, preghiamo come lui stesso ci ha insegnato:

T.: Padre Nostro…

Canto

BENEDIZIONE E INVIO IN MISSIONE

Preghiera conclusiva (della Comunità Monastica di Bose)

C.: Dio nostro Padre, accogli la nostra lode e il nostro ringraziamento per quanto già unisce i cristiani nella confessione e nella testimonianza al Signore Gesù. Affretta il tempo in cui tutte le chiese si riconosceranno nell’unica comunione anche visibile che Tu hai voluto e per la quale tuo Figlio ti ha pregato nella potenza dello Spirito Santo. Esaudiscici, Tu che vivi e regni ora e nei secoli dei secoli.

T.: Amen.

C.: Benediciamo il Signore

T.: Rendiamo grazie a Dio. 

C.: Possa Colui che ci unisce e che è la nostra pace, concederci di presentarci gli uni gli altri al Padre nell’unico Spirito.

T.: Amen. 

Canto

COMMENTO PER GLI OTTO GIORNI[9]

“Credi tu questo?”

(Giovanni 11, 26)

PRIMO GIORNO:    Noi crediamo in un solo Dio, Padre onnipotente…

Letture bibliche

Isaia 63, 15-17

Salmo 139 (138), 1-3.13.23.24b

1 Corinzi 8, 5-6

Letture patristiche[10]

Dalla tradizione greca

Guarda i misteri dell’amore, e allora potrai contemplare il seno del Padre, che solo il Figlio di Dio unigenito ha rivelato. Dio stesso è amore e grazie all’amore è stato da noi contemplato. E mentre la realtà ineffabile di Lui è Padre, la sua compassione per noi si è fatta madre.

Clemente di Alessandria (ca.150-215)

Quale ricco si salverà?, 37, 1-2

Per riflettere

1.     In quale modo sperimentiamo, nella nostra vita, la cura paterna di Dio e la sua compassione materna?

2.     Che cosa ci impedisce di riconoscere ogni persona come figlio e figlia di Dio?

3.     In quale modo riconoscere Dio come Padre di tutti incide sulla nostra percezione degli altri e sul modo in cui ci relazioniamo con loro?

Preghiera

T.: Lode e azione di grazie a te, o Signore!

L.: Ti benediciamo, Signore, Padre della Luce

da Cui proviene ogni bene e ogni dono perfetto.

T.: Lode e azione di grazie a te, o Signore!

L.: Tu hai creato il mondo e tutto ciò che contiene,

Tu sei il Signore del cielo e della terra

a noi mortali Tu doni vita, respiro ed ogni bene.

T.: Lode e azione di grazie a te, o Signore!

L.: Tu hai creato tutte le creature che abitano la terra,

per loro hai stabilito il ritmo del tempo e i confini dello spazio.

Nel cuore dell’uomo hai posto il pensiero dell’eterno.

T.: Lode e azione di grazie a te, o Signore!

L.: Padre celeste, nella tua grande bontà

ci indichi la via della vita nella Legge e nei Profeti,

Padre misericordioso, in Gesù, tuo Figlio, Tu proclami la lieta novella del Regno.

T.: Lode e azione di grazie a te, o Signore!

L.: Dio di ogni consolazione,

chiamaci alla tua sequela,

rendi stabile per noi l’opera delle tue mani.

T.: Lode e azione di grazie a te, o Signore!

C.: Preghiamo:

Padre compassionevole,

rinnova la nostra fede in te e rendici uno nel tuo amore,

affinché possiamo vicendevolmente riconoscerci come tuoi figli

e radunarci insieme in unità.

Ti rendiamo grazie per Gesù Cristo, tuo Unico Figlio

nella comunione dello Spirito Santo.

T.: Amen.

Letture patristiche alternative

Dalla tradizione siriaca

Chi può contemplare Dio con un pensiero attento, guardare alla sua grandezza, scrutare la sua natura nascosta, e vedere con l’occhio della sua mente quella natura pura e santa che non manca di nulla? … Lui che supplica, chiede e incita ogni essere umano a vivere. Lui che si offre per dare a noi la vita, che aspira a ritrovarci, e si rallegra della nostra gioia più di noi stessi. Lui che continuamente ci supplica di ricevere della sua ricchezza, di saccheggiare il suo tesoro e di arricchirci delle sue scorte per non essere più poveri. Lui che non si rallegra della propria vita come della nostra vita.

Filosseno di Mabbug (ca.440-523)

Discorso 7

Dalla tradizione latina

Fonte della vita è quel sommo Bene, dal quale viene fornita a tutti la capacita di esistere, mentre Egli ha in Sé la vita perenne; quel sommo Bene che non riceve nulla da nessuno, come se fosse povero, ma elargisce i beni agli altri senza prenderli per Sé da un’altra fonte: non ha infatti bisogno di noi. … Che c’è dunque di più bello dell’avvicinarsi a Lui, dello stare stretto a Lui? Quale maggiore piacere vi è? Chi lo vedrà e berrà gratuitamente della fonte dell’acqua viva, che altro potrebbe desiderare?

Ambrogio di Milano (ca.337-397)

Lettere, IV, 11, 18

SECONDO GIORNO:          … Creatore del cielo e della terra

Letture bibliche

Genesi 1, 1-5

Salmo 148, 1.3.9-14

Romani 8, 19-23

Letture patristiche

Dalla tradizione greca

Dio non può essere visto da occhi umani, ma è visto e percepito attraverso la sua provvidenza e le sue opere. Come chi vede una nave completamente equipaggiata entrare in porto suppone che abbia un pilota che la guidi, così noi dobbiamo percepire che Dio è il pilota dell’intero universo, anche se non è visibile agli occhi della carne perche è incomprensibile.

Teofilo di Antiochia (II secolo)

Ad Autolycus,  I, 5

Per riflettere

1.     Crediamo che Dio è presente in tutta la creazione, anche se la sua presenza a volte è difficile da percepire.

2.     La creazione è un dono di Dio, che tuttavia patisce sofferenze spesso inflitte dagli esseri umani. Come possiamo riconoscere più chiaramente la nostra responsabilità nel curare e preservare la creazione?

3.     Se possibile, troviamo del tempo da trascorrere nella natura e contempliamo in quale modo ci mette in relazione con il Creatore.

Preghiera

T.: Benedetto sei Tu o Signore!

L.: Ti lodiamo e ti rendiamo grazie Signore,

Dio di amore eterno,

per i grandi segni del tuo amore

e della tua misericordia per tutto il creato.

T.: Benedetto sei Tu o Signore!

L.: Tu hai fatto tutte le cose,

le hai dichiarate buone

perché il tuo Spirito inabita in loro,

ed esse appartengono a te, Signore che ami la vita.

T.: Benedetto sei Tu o Signore!

L.: Proclamiamo, Signore, la tua gloria  

tanto nell’immenso spazio dell’universo, quanto nel più piccolo seme di vita.

Ti rendiamo grazie per l’opera delle tue mani

e per la creazione di ogni essere.

T.: Benedetto sei Tu o Signore!

L.: Benedetto sei Tu, Signore, per l’aria che dà vita,

Benedetto sei Tu, Signore, per la terra che ci nutre,

Benedetto sei  Tu, Signore, per l’acqua che spegne le nostra sete,

Benedetto sei Tu, Signore, per il fuoco che ci scalda.

T.: Benedetto sei Tu o Signore!

L.: Dando voce all’intera creazione e unendo insieme ogni dolore e ogni gioia,

ti glorifichiamo e ti rendiamo grazie.

Signore, Tu hai fatto tutte le cose

e presto le trasfigurerai, rivestendole della tua gloria.

T.: Benedetto sei Tu o Signore!

C.: Preghiamo:

Signore Dio, Padre della Luce,

rinsalda il nostro cuore nell’attesa e nella speranza,

mentre operiamo per l’unità e cerchiamo insieme l’armonia con la creazione.

Fa’ che siamo lampade accese

fino al giorno della venuta del tuo Figlio nella gloria,

con tutti i santi, nel Regno senza fine.

Benedetto sei Tu ora e sempre, e per tutti i secoli dei secoli.

T.: Amen.

Letture patristiche alternative

Dalla tradizione siriaca

Il primo libro che Dio ha dato agli esseri dotati di ragione è la natura delle realtà create. L’insegnamento tramite inchiostro è stato infatti aggiunto dopo la trasgressione.

Isacco di Ninive (VII secolo)

Prima Collezione, 5

Dalla tradizione latina

Poiché tutto è stato fatto dal nulla, tutto tornerebbe al nulla se l’Autore di tutte le cose non le sostenesse con la sua mano che governa.

Gregorio Magno (ca.540-604)

Moralia in Job,  XVI, 37, 45

TERZO GIORNO:    Noi crediamo in un solo Signore, Gesù Cristo (…) che si è fatto Uomo

Letture bibliche

Geremia 33, 14-16

Salmo 72 (71), 7.12.16-17

Giovanni 1, 1-14

Letture patristiche

Dalla tradizione armena

Egli si è fatto carico di tutte le passioni umane, escluso il peccato. Cioè: ha avuto fame Colui che dà cibo a tutti i viventi; ha avuto sete Colui che dona l’acqua della vita ai credenti in lui; ha provato la stanchezza Colui che è il riposo degli affaticati; ha dormito Colui che, sempre desto, custodiva Israele; ha pianto Colui che asciugò ogni lacrima da tutti gli occhi. … Ha assunto il nostro corpo passibile, affinché Colui che è impassibile potesse patire con il corpo passibile, e Colui che è immortale morire con il corpo mortale, per liberare noi che siamo colpevoli.

Gregorio di Skevra (XII-XIII secoli)

Sulla vera fede e sulla pura condotta nelle virtù, 15-17

Per riflettere

1.     In quale modo la fede in Gesù, Figlio di Dio Incarnato, ispira e plasma la nostra vita?

2.     In quali modi sperimentiamo, nella nostra vita, la presenza consolante di Cristo?

3.     Ogni volta che vediamo qualcuno assetato, affamato, piangente o sofferente, lì c’è Cristo.

Preghiera

T.: Gloria a te, o Cristo, gloria a te!

L.: O Verbo di Dio, ti sei fatto Carne e sei venuto ad abitare in mezzo a noi.

Tu hai condiviso la nostra condizione umana,

sei morto come noi moriamo.

T.: Gloria a te, o Cristo, gloria a te!

L.: Figlio di Davide, atteso dai giusti e dai profeti,

hai annunciato il lieto annunzio ai poveri,

hai proclamato il tempo di grazia del Signore.

T.: Gloria a te, o Cristo, gloria a te!

L.: Tu sei venuto per spezzare le catene del giogo,

a spargere il bene 

e ad aprire a tutti la via che porta a Dio.

T.: Gloria a te, o Cristo, gloria a te!

L.: Sei venuto nel mondo fragile e povero,

hai confuso i potenti con la tua umiltà,

hai attirato a te gli affaticati e gli oppressi.

T.: Gloria a te, o Cristo, gloria a te!

L.: Tu sei l’Agnello di Dio e il nostro Pastore,  

il Servo di Dio e il nostro Signore,

ti sei fatto peccato per noi, o nostro Redentore.

T.: Gloria a te, o Cristo, gloria a te!

C.: Preghiamo:

Signore Dio, nostro Padre,

attira a te il nostro sguardo

così che, insieme, possiamo uscire dalle tenebre

verso la luce del tuo Volto,

rivelato a noi in Gesù,

tuo Figlio e nostro Fratello,

che vive e regna con te e con lo Spirito Santo

ora e sempre nei secoli.

T.: Amen.

Letture patristiche alternative

Dalla tradizione siriaca

Ora che le creature eccelse e quelle infime sono diventate una sola cosa, non ci sono più alto e basso. Dio è addirittura apparso sulla terra e la nostra natura [umana] è salita in cielo. Quando Dio è sceso fino a noi, la terra è diventata cielo, e quando il Figlio del nostro genere è stato elevato in alto, il cielo è diventato terra. Cielo e terra sono dunque una sola realtà.

Abdisho bar Bahriz (IX secolo)

Commentario sulle celebrazioni della Chiesa, p. 58.

Dalla tradizione greca

Questa è la grazia del Signore e questi sono i mezzi di correzione nei confronti degli uomini. Egli ha sofferto per preparare impassibilità all’uomo che ha sofferto in lui, è disceso con lo scopo di farci salire, sperimentò la generazione affinché amassimo colui che è ingenerato; scese nella corruzione affinché ciò che è corruttibile si rivestisse di incorruttibilità; divenne debole per noi affinché risorgessimo nella potenza; scese verso la morte affinché potesse accordare a noi l’immortalità e donare la vita ai morti. E infine si fece uomo affinché noi, che come uomini eravamo morti, potessimo vivere e la morte non regnasse più su di noi.

Atanasio di Alessandria (ca.295-373)

Lettere pasquali, 10, 8, 19

QUARTO GIORNO:            Fu crocifisso (…). Morì e fu sepolto (…). Il terzo giorno è risuscitato

Letture bibliche

Esodo 3, 7-8

Salmo 16 (15), 5.7.10-11

Filippesi 2, 5-11

Letture patristiche

Dalla tradizione latina

Dio Padre, per la sua immensa misericordia, mandò il suo Verbo creatore che, venuto per salvarci, fu negli stessi luoghi e nella stessa situazione dove noi perdemmo la vita, e sciolse le catene che ci tenevano prigionieri. Con l’apparizione della sua luce si dileguarono le tenebre della prigione, santificò la nostra nascita e, distrutta la morte, sciolse i ceppi che ci tenevano avvinti.

Ireneo di Lione (ca.135-198)

Dimostrazione della predicazione apostolica, 38

Per riflettere

1.     Sappiamo che tutti moriremo: in quale modo la fede in Gesù che ha distrutto la morte cambia il modo di guardare questa realtà?

2.     “Dio si lascia spingere fuori dal mondo, verso la croce. Egli è debole e senza potere nel mondo e questa è esattamente la via, la sola via, nella quale Egli è con noi e ci aiuta” (Dietrich Bonhoeffer) Il Dialogo – Testimoni: Dietrich Bonhoeffer

3.     Come Risorto, Gesù è con noi fino alla fine dei tempi. In quale modo traiamo coraggio dalla sua presenza nella vita quotidiana?

Preghiera

T.: Gloria e lode a te, o Dio!

L.: Benedetto sei Tu, Signore, Primogenito di tutta la creazione:

sei coronato di gloria e onore.

T.: Gloria e lode a te, o Dio!

L.: Al tuo nome ogni ginocchio si piega in cielo, in terra e sotto terra,

ed ogni lingua proclama che Tu sei il Signore.

T.: Gloria e lode a te, o Dio!

L.: Rallegriamoci e cantiamo inni di lode a te o Cristo, Figlio amato del Padre:

Tu sei il Risorto, che ci chiama alla vita in te.

T.: Gloria e lode a te, o Dio!

L.: Ti adoriamo, ti glorifichiamo, perché Tu sei il Re dei re, il Signore dei signori:

Tu hai aperto per noi il Regno dei cieli.

T.: Gloria e lode a te, o Dio!

L.: Ti rendiamo grazie in ogni momento e benediciamo il tuo nome:

Tu sei con noi sempre, fino alla fine dei tempi.

T.: Gloria e lode a te, o Dio!

C.: Preghiamo:

Signore nostro Dio,

glorificando il tuo Figlio Gesù, ci hai liberato dalla morte;

per la sua risurrezione

risveglia i nostri cuori sopiti,

illumina tutti coloro che ti cercano

e fa’ che la Stella del mattino, Gesù Cristo il Vivente, risplenda su di noi,

Egli che è Signore nei secoli dei secoli.

T.: Amen.

Letture patristiche alternative

Dalla tradizione greca

Il Salvatore è disceso sulla terra mosso a compassione per il genere umano, ha sofferto i nostri dolori prima ancora di patire la croce e degnarsi di assumere la nostra carne; se egli non avesse patito, non sarebbe venuto a vivere la vita degli uomini. Prima ha patito, poi è disceso e si è mostrato. Qual è questa passione che ha patito per noi? È la passione dell’amore.

Origene di Alessandria (ca.185-254)

Omelie su Ezechiele, 6, 6

Dalla tradizione siriaca

Ti rende grazie il corpo che fu redento dalla tua umiliazione. Era una pecora smarrita che il leone appostato aveva dilaniato e il peccato, di nascosto, è la belva che lo ridusse a brandelli.

Davide scampò mentre salvava l’agnello, per il nostro corpo Tu invece hai consegnato il tuo corpo

a quella morte che ci divora senza saziarsi.

Efrem di Nisibi (ca.306-373)

Inno sulla Verginità, 37, 5

QUINTO GIORNO:             Crediamo nello Spirito Santo, che (…) dà la vita

Letture bibliche

Ezechiele 36, 24-28

Salmo 104 (103), 24-25.27-29.33-34

Giovanni 3, 4-8

Letture patristiche

Dalla tradizione siriaca

Non è corretto dire che lo Spirito si allontana quando pecchiamo per tornare quando ci convertiamo. … Che vantaggio ne ho se dimora in me allorché sono diventato giusto? Se al momento della caduta non si trova in me, non mi dà la mano e non mi risolleva, come farò esperienza del suo aiuto? Quale medico, vedendo un malato colpito dalla malattia, lo lascia e lo abbandona, per tornare da lui una volta che sia risanato? Non è forse più utile che il medico stia accanto al malato nel tempo della sua malattia?

Filosseno di Mabbug (ca.440-523)

Sull’inabitazione dello Spirito Santo

Per riflettere

1.     Lo Spirito di Dio rinnova la faccia della terra ogni giorno e ci invita a cooperare con lui.

2.     Quali sono i motivi di gioia nella vita personale, e in quale relazione sono con lo Spirito Santo?

3.     Dove vediamo lo Spirito Santo all’opera nel superare le nostre divisioni e condurci verso una più profonda unità? E come possiamo noi collaborare alla sua azione?

Preghiera

T.: Amen, amen! Alleluia!

L.: Tu sei lo Spirito che soffiò su Adamo:

la carne umana è diventata essere vivente.

T.: Amen, amen! Alleluia!

L.: Tu sei lo Spirito donato dal Risorto:

i nostri peccati sono perdonati.

T.: Amen, amen! Alleluia!

L.: Tu sei lo Spirito effuso a Pentecoste:

il Vangelo ha raggiunto tutte le genti.

T.: Amen, amen! Alleluia!

L.: Tu sei lo Spirito che ravviva la nostra preghiera:

l’amore di Dio ci sorregge.

T.: Amen, amen! Alleluia!

L.: Tu sei lo Spirito di Dio effuso sui morti:

le tombe si apriranno e i morti risorgeranno.

T.: Amen, amen! Alleluia!

C.: Preghiamo:

Dio nostro Padre,

ci hai rivelato il meraviglioso mistero della tua vita

inviando il tuo Figlio nel mondo

e condividendo con noi il tuo Spirito di santità e di gioia.

Rallegriamoci nello Spirito

che rinnova la faccia della terra e ci conduce verso l’unità.

Proclamiamo la nostra fede in te,

Unico Dio tre volte Santo:

Padre, Figlio e Spirito Santo.

Benedetto sei Tu Signore, ora e per sempre.

T.: Amen.

Letture patristiche alternative

Dalla tradizione greca

Questo mio Dio, Signore di tutte le cose, è colui che da solo ha disteso i cieli e ha stabilito l’estensione di ciò che è sotto il cielo. … È colui che ha posto la terra sopra le acque e ha donato il soffio che la nutre. È il suo spirare che vivifica tutto, e se Egli trattenesse il suo soffio presso di sé, ogni essere sarebbe privato della vita. Questo Spirito, o uomo, vibra nel tuo, nella tua voce. Respiri il suo Spirito, eppure non lo sai.

Teofilo di Antiochia (II secolo)

Ad Autolycus, I, 7

Dalla tradizione latina

“Il Padre vostro celeste donerà lo Spirito buono a chi glielo chiederà”. È questo lo Spirito ad opera del quale è diffuso nei nostri cuori l’amore con cui amiamo Dio e il prossimo. È questo lo Spirito in virtù del quale gridiamo: Abba, Padre! È dunque lo Spirito che ci dà la capacità di chiedere, ed è lo stesso Spirito ciò che noi desideriamo ricevere. È lui che ci fa cercare, ed è lui che desideriamo trovare.

Agostino di Ippona (354-430)

Commento al salmo 118, 14, 2

SESTO GIORNO:     Crediamo la Chiesa

Letture bibliche

Isaia 2, 2-4

Salmo 133 (132), 1-3

Efesini 4, 1-6

Letture patristiche

Dalla tradizione latina

Una sola è la Chiesa, come una sola è la luce anche se i raggi del sole sono molti, come uno solo è il tronco che affonda le sue radici, anche se i rami dell’albero sono molti. Anche la chiesa, illuminata dalla luce del Signore, diffonde per tutto il mondo i suoi raggi. Ma quella luce, che si diffonde ovunque, resta una sola e l’unità del corpo non si può dividere, perché uno solo è lo Spirito che la anima.

Cipriano di Cartagine (ca.210-258)

Sull’unità della Chiesa, 5

Per riflettere

1.     La Chiesa è chiamata a irradiare la luce di Cristo nel mondo. Dove riusciamo a percepire questa realtà nel contesto in cui viviamo?

2.     Sebbene, in Cristo, la Chiesa sia un solo corpo, storicamente le chiese sono divise. Quanto sentiamo il dolore della divisione?

3.     La Chiesa come comunità vivificata dallo Spirito Santo, il datore di pace, è inviata a vivere e diffondere il messaggio di pace nel mondo. In quale modo le chiese possono rendere i propri fedeli capaci di rispondere a questa chiamata?

Preghiera

T.: Signore, ascolta la nostra preghiera!

L.: Davanti alla tomba vuota hai affidato alle donne l’annuncio della tua risurrezione:

libera dalla paura tutti coloro che annunciano il Vangelo.

T.: Signore, ascolta la nostra preghiera!

L.: Lungo la via di Emmaus hai spiegato ai discepoli la Legge e i Profeti:

apri la nostra mente perché possiamo comprendere le Scritture.

T.: Signore, ascolta la nostra preghiera!

L.: Nel Cenacolo hai dato ai tuoi amici il dono della tua pace:

aiutaci a conservarla nell’amore reciproco.

T.: Signore, ascolta la nostra preghiera!

L.: Sulle rive del lago hai chiamato Pietro ad essere pastore del tuo gregge:

sostieni con il tuo Spirito i responsabili delle nostre comunità.

T.: Signore, ascolta la nostra preghiera!

L.: Sulla montagna, prima di tornare al Padre, hai radunato i tuoi discepoli dispersi:

dona l’unità nella fede e nella carità a quanti credono in te.

T.: Signore, ascolta la nostra preghiera!

C.: Preghiamo:

Dio del cielo e della terra,

Gesù Cristo, tuo Figlio, ti ha rivelato come nostro Padre

e ci ha promesso il dono dello Spirito:

concedi alla tua Chiesa di superare lo scandalo delle divisioni,

affinché possiamo dare testimonianza alla tua vita di comunione,

nell’unità della nostra comune professione di fede

e nell’amore del reciproco servizio.

Per Cristo nostro Signore.

T.: Amen.

Letture patristiche alternative

Dalla tradizione armena

Padri santi e dottori della verità! Capi e pastori del popolo di Cristo! Voi che presiedete e amministrate la casa di Dio! Oggi vi vedo riuniti in un unico respiro e in un unico corpo, in adesione a Colui che è il capo di tutti. Chi vi ha condotti a questo tranquillo porto di pace, o pacificatori del mondo, se non lo Spirito santo che ci è stato dato dal cielo come nostra pace? E a quale scopo, se non per dare inizio alla costruzione del tempio di Dio demolito e abbattuto, che l’autore del male, ha gettato a terra?

Nersete di Lambron (1152-1198)

Discorso sinodale

Dalla tradizione greca

Pur essendo molti e di numero quasi infinito coloro che sono nella [Chiesa] e che da essa sono rigenerati e ricreati nello Spirito – sia uomini, sia donne, sia bambini, e pur essendo diversi tra loro e assai differenti per nascita e per aspetto, per nazionalità e per lingua, per forme di vita e per età, per inclinazioni e per abilità professionali, per comportamenti, abitudini e occupazioni, per conoscenze e per condizioni sociali, per destini, per caratteri e per capacità – a tutti in modo uguale essa dona e concede per grazia una sola forma di esistenza e una sola denominazione divina, permettendo loro di ricevere l’essere e il nome da Cristo; e inoltre, in virtù della fede, dona un’unica condizione, semplice, indivisa e indivisibile, che non permette neppure di riconoscere le molte e innumerevoli differenze che vi sono tra ciascuno, perché essa raccoglie e concilia ogni cosa nella sua universalità.

Massimo il Confessore (ca.580-662)

Mistagogia, 1

SETTIMO GIORNO:           Professiamo un solo battesimo

Letture bibliche

Michea 7, 18-19

Salmo 51 (50), 3.9.12.14

Matteo 28, 16-20

Letture patristiche

Dalla tradizione greca

Tanto grande è la potenza della fede nel Cristo, tanta la grandezza della sua grazia. Nello stesso modo in cui la potenza del fuoco, se viene a contatto con del materiale aurifero, subito ne libera l’oro, così, anzi molto di più, il battesimo fa diventare d’oro le creature di creta che lava, mentre lo Spirito santo, discendendo come fuoco nelle nostre anime, come fece un tempo, distruggendo la vecchia immagine plasmata con la creta, crea un’immagine nuova, celeste, splendida e lucente come oro appena uscito dalla fonderia.

Giovanni Crisostomo (ca.350-407)

Omelia sul Vangelo di Giovanni, X, 2

Per riflettere

1.     I cristiani sono battezzati nella morte e risurrezione di Cristo. Che cosa significa per noi oggi il nostro battesimo?

2.     Il peccato ci deturpa in molti modi, mediante il battesimo Dio ci libera da questa umiliazione.

3.     Nonostante le differenti tradizioni e prassi cristiane, come risuona in noi la frase “uno solo è il Signore, una sola è la fede, uno solo è il battesimo” (Ef 4, 5) e come incide sulle nostre relazioni con gli altri cristiani?

Preghiera

T.: Ti rendiamo grazie Signore e benediciamo il tuo nome!

L.: Per averci chiamato alla fede per mezzo del battesimo,

per la comunione che condividiamo nella Nuova Alleanza,

per la tua presenza nella santa Chiesa.

T.: Ti rendiamo grazie Signore e benediciamo il tuo nome!

L.: Per la testimonianza dei cristiani perseguitati,

per le sofferenze del loro martirio,

per la loro partecipazione alla passione di Cristo.

T.: Ti rendiamo grazie Signore e benediciamo il tuo nome!

L.: Per tutti coloro che vivono a servizio della comunione,

per coloro che pregano e operano per la riconciliazione tra le chiese,

per coloro che offrono la loro vita per l’unità.

T.: Ti rendiamo grazie Signore e benediciamo il tuo nome!

C.: Preghiamo:

Dio nostro Padre

Ti lodiamo e benediciamo il tuo nome.

Accetta la nostra gratitudine per l’unità che i cristiani già sperimentano

nella comune confessione di Gesù Signore.

Ti imploriamo, affretta il giorno del reciproco riconoscimento delle nostre chiese

nella comunione che Tu desideri per noi

e per la quale il tuo Figlio ha pregato.

Te lo chiediamo per la potenza dello Spirito Santo.

T.: Amen.

Letture patristiche alternative

Dalla tradizione siriaca

Il Figlio di Dio disceso dal cielo si è fatto Uomo e ti ha risuscitato dall’abisso perché tu diventassi figlio di Dio. È diventato tuo fratello nel grembo colmo di santità e ti ha reso suo fratello nel grembo del battesimo. … Nell’acqua ti ha reso figlio di Dio insieme a lui per acquistarsi, lui che è l’Unigenito, fratelli mediante la seconda nascita. Poiché lui stesso grazie a una seconda nascita è divenuto uomo, con quella seconda generazione ti ha reso figlio di Dio.

Giacomo di Sarug (ca.451-521)

Discorso 10

Dalla tradizione latina

Uomo, tu non osavi alzare il volto verso il cielo, rivolgevi i tuoi occhi verso terra e, a un tratto, hai ricevuto la grazia di Cristo. … Alza dunque i tuoi occhi al Padre, che ti ha generato per mezzo del battesimo, al Padre che ti ha redento per mezzo del Figlio, e di’: “Padre nostro!”.

Ambrogio di Milano (ca.337-397)

Sui Sacramenti, V, 19

OTTAVO GIORNO: Aspettiamo la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà

Letture bibliche

Apocalisse 21, 1-4

Salmo 85 (84), 9.11-13

Luca 12, 35-40

Letture patristiche

Dalla tradizione siriaca

Chi vive nell’amore in questa creazione, respira la vita che viene da Dio. Egli già quaggiù respira l’aria della rinascita. Di quest’aria si deliziano i giusti nella resurrezione. L’amore è il Regno di cui il Signore nostro ha promesso in mistero ai discepoli che ne avrebbero mangiato nel suo regno. Dice: “Mangerete e berrete alla tavola del mio regno”. Cosa mangiano se non l’amore? L’amore basta a nutrire l’uomo, in luogo di cibo e bevanda. Questo è il vino che rallegra il cuore dell’uomo. Beato colui che beve di questo vino!

Isacco di Ninive (VII secolo)

Prima Collezione, 43

Per riflettere

1.     L’amore sarà la realtà del Regno di Dio. Le azioni concrete di carità rendono questo Regno già presente nella nostra vita.

2.     Viviamo nell’attesa del Regno di Dio. In quale modo incarniamo, nel mondo di oggi, i segni del Regno che viene?

3.     Dobbiamo essere pronti per la seconda venuta del Signore. Come ci prepariamo a questa realtà?

Preghiera

T.: Gesù Cristo è Signore, a lode di Dio Padre!

L.: O Cristo Signore, che per la nostra salvezza ti sei fatto povero

e hai promesso ai poveri che erediteranno il Regno dei cieli,

Tu ci colmi delle tue ricchezze.

T.: Gesù Cristo è Signore, a lode di Dio Padre!

L.: O Gesù mite e umile di cuore,

che riveli un nuovo mondo a coloro che credono in te,

Tu ci doni la tua pienezza.

T.: Gesù Cristo è Signore, a lode di Dio Padre!

L.: O Cristo Signore,

che in ginocchio hai pregato con la faccia a terra,

e che hai tracciato, nella tristezza, una strada di consolazione,

Tu sei la gioia che nulla e nessuno può sottrarci.

T.: Gesù Cristo è Signore, a lode di Dio Padre!

L.: O Signore Gesù, che hai abbattuto potenti e troni

e che rivesti gli operatori di pace con una tunica gloriosa,

Tu ci trasformi nella tua immagine.

T.: Gesù Cristo è Signore, a lode di Dio Padre!

L.: O Cristo Signore, misericordioso e compassionevole,

che sulla croce hai perdonato il ladrone che moriva con te,

ti imploriamo: ricordati di noi quando sarai nel tuo Regno.

T.: Gesù Cristo è Signore, a lode di Dio Padre!

C.: Preghiamo:

O Dio, affretta la venuta del tuo grande e glorioso giorno!

Avvolti nella loro oscurità, molti uomini e molte donne non osano più sperare:

alimenta la fiamma della fede nel cuore dei deboli e dei sofferenti.

Fa’ che la Chiesa possa essere fedele araldo della vittoria di Cristo tuo Figlio sulla morte

e un faro di attesa del suo ritorno nella gloria.

Egli è il Vivente, con te e con lo Spirito Santo

ora e per sempre.

T.: Amen.

Letture patristiche alternative

Dalla tradizione greca

Tu, o Signore, hai cancellato per noi il timore della morte; hai fatto del termine di questa vita l’inizio della vera vita; per un breve tempo lasci riposare il nostro corpo nel sonno e di nuovo lo desti al suono dell’ultima tromba; dai in deposito alla terra la nostra terra, che formasti con le tue mani, e di nuovo ridesti quello che hai donato, modificando con l’immortalità e la bellezza il nostro elemento mortale e la nostra bruttura. … Tu ci hai aperto la strada della resurrezione, spezzando le porte dell’inferno, e hai ridotto all’impotenza colui che aveva il potere della morte.

Gregorio di Nissa (ca.335-395)

Vita di Santa Macrina, 24

Dalla tradizione latina

Con la speranza Dio ci allatta, ci nutre, ci fortifica e ci consola fra gli stenti della vita presente. Per questa speranza noi cantiamo l’Alleluja; e se la speranza ci procura una gioia così grande, cosa sarà la realtà posseduta in se stessa? Chiedi cosa sarà? Ascolta quel che viene dopo: “Saranno inebriati dall’abbondanza della tua casa”. Questo ha per oggetto la nostra speranza. Se abbiamo sete e fame, necessariamente dovremo essere saziati; ma finché dura la via ci sarà la fame; la sazietà l’avremo in patria. Quando saremo saziati? “Sarò sazio quando apparirà la tua gloria”.  … Allora l’Alleluja sarà vissuto nella sua realtà, adesso invece nella speranza.

Agostino di Ippona (354-439)

Sermoni, 255, 5

APPENDICE    I

PRESENTAZIONE DELLA COMUNITÀ MONASTICA DI BOSE[11]

La Comunità Monastica di Bose cerca di incarnare, nell’oggi, il cammino monastico, innestandosi nella tradizione propria dell’oriente e dell’occidente cristiani, che ha visto, fin dai primi secoli, uomini e donne che hanno abbandonato tutto per tentare di vivere radicalmente il Vangelo nel celibato e riuniti in comunità.

Bose, sorta nel 1968 per iniziativa di Fratel Enzo Bianchi insieme ad altri fratelli e sorelle, è stata fin dall’inizio una comunità ecumenica, per la presenza di membri appartenenti a tradizioni cristiane diverse, già tra coloro che hanno emesso i voti nel 1973. La Comunità è mista, cioè si compone di uomini e donne, che vivono il celibato in risposta alla chiamata di Cristo. Oggi è riconosciuto dalla Chiesa cattolica come monastero sui iuris di diritto diocesano, cioè inserita nella Chiesa locale di Biella (Piemonte) quale monastero pienamente autonomo e in cui tutti i membri, appartenenti a diverse Chiese cristiane, godono degli stessi diritti.

I fratelli e le sorelle della Comunità Monastica di Bose, perseguendo la ricerca di Dio nella sequela di Gesù Cristo, cercano di vivere la radicalità evangelica nel celibato e nella vita comune, in obbedienza, povertà e stabilità secondo la Regola di Bose e ispirandosi alla grande tradizione monastica d’oriente e d’occidente. In questa forma vitae, fondata nel battesimo e alimentata dall’Eucaristia, i fratelli e le sorelle fanno tesoro delle istanze suscitate dal movimento ecumenico e dagli insegnamenti del Concilio Vaticano II.

La vita dei fratelli e delle sorelle di Bose è una vita semplice, tendente all’essenziale: una vita cenobitica fatta di preghiera e lavoro, per realizzare l’unica vera “opera” cristiana e monastica: credere e vivere in Colui che Dio ha mandato: Gesù Cristo.

Tre volte al giorno la Comunità si riunisce per la preghiera comune, scandendo il tempo con il canto dei Salmi e con l’ascolto della proclamazione della Parola di Dio contenuta nelle Scritture, secondo l’antichissima tradizione che la Chiesa ha ereditato dal popolo di Israele. L’appartenenza a diverse confessioni cristiane ha portato a formulare una espressione propria della Liturgia delle Ore adatta a essere pregata da tutti i cristiani.

È nata così la “Preghiera dei Giorni”, pubblicata per la prima volta nel 1973 e ripetutamente ampliata e arricchita, come liturgia quotidiana ecumenica. Pur mantenendo la struttura propria della preghiera liturgica occidentale, essa attinge al ricco patrimonio eucologico e di fede delle Chiese d’oriente e d’occidente, offrendo così uno strumento per la vita di preghiera anche di gruppi e comunità cristiane che desiderano pregare insieme nel rispetto delle differenze.

Alla preghiera comunitaria fa eco, nella vita di ogni fratello e sorella, la preghiera personale, anzitutto la lectio divina – lettura spirituale dei testi biblici – che viene offerta ogni giorno anche agli ospiti da un membro della Comunità. Il sabato sera, in preparazione all’Eucaristia domenicale, Comunità e ospiti si ritrovano per la veglia comunitaria, nel corso della quale si ascoltano insieme i testi biblici della domenica e il Priore, o un fratello o una sorella da lui incaricati, aiuta a cogliere l’unità spirituale che caratterizza i brani della Scrittura proposti nel Lezionario.

Tutti i fratelli e le sorelle della Comunità lavorano, guadagnandosi da vivere con le proprie mani, sull’esempio degli Apostoli e dei Padri, impegnandosi in attività diverse che possono mutare nel tempo. Non esiste un lavoro specifico della Comunità monastica: diversi lavori vengono esercitati al fine di provvedere alle necessità della comunità, degli ospiti, dei poveri e delle Chiese. Orti, frutteti, oliveti e vigneti, laboratori di icone e di cereria, falegnameria, una casa editrice, così come la ricerca biblica e patristica, lo studio della grande tradizione ebraica e cristiana, sono alcune delle attività professionali sviluppate fino ad oggi.

L’ospitalità è un ministero praticato fin dalle origini del monachesimo. A Bose e nelle sue fraternità – attualmente tre: a Ostuni in Puglia, ad Assisi e a Civitella San Paolo vicino Roma – i fratelli e le sorelle cercano di accogliere tutti e di scorgere in ciascuno la presenza di Cristo che ha detto: “Ero forestiero e mi avete ospitato nella vostra casa” (Mt 25, 35). Un’attenzione particolare è rivolta a quanti hanno bisogno di un luogo appartato, per sostare in silenzio, condividere la nostra preghiera e la nostra vita, o per un confronto fraterno sui problemi del mondo e della Chiesa.

APPENDICE   II

PREGHIERA UNIVERSALE

          Il sussidio che accompagna la Settimana di preghiera propone alle chiese e comunità cristiane otto schemi di celebrazione ecumenica della Parola di Dio. I testi sono pensati per favorire la preghiera comune insieme ai fratelli e alle sorelle delle diverse confessioni presenti nei vari territori.

          Gli otto schemi di celebrazione possono essere arricchiti da canti del repertorio della comunità e introdotti da un’orazione iniziale, scelta tra quelle delle Messe per l’unità dei cristiani del Messale Romano, (III edizione italiana, pp. 878-881). Si possono anche proporre gli schemi per la preghiera universale di seguito riportati.

         Se negli Otto giorni si preferisce optare per la celebrazione eucaristica quotidiana si consiglia di utilizzare, se particolari motivi di osservanza del Calendario liturgico non dispongono diversamente, i formulari delle Messe per l’unità dei cristiani proposti dal Messale Romano, (III edizione italiana, pp. 878-881) con le Letture del Lezionario del giorno, integrando dal sussidio il Commento dal quale trarre qualche spunto omiletico e i seguenti formulari per l’intenzione per la preghiera universale.

PRIMO GIORNO:    Noi crediamo in un solo Dio, Padre onnipotente…

Quando vi giunse Gesù, Lazzaro era nella tomba da quattro giorni

(Gv 11, 17-18)

Isaia 63, 15-17

Salmo 139 (138), 1-3.13.23.24b

1 Corinzi 8, 5-6

Preghiera dei fedeli per la Santa Messa o la Liturgia della Parola

C.: A Dio Padre, che sostiene il mondo e custodisce con premura la vita di ciascuno, rivolgiamo la nostra preghiera: O Signore, guidaci sulla tua via.

L.:       Per la Chiesa: attraverso i suoi figli manifesti al mondo l’offerta del tuo amore che unisce e dona vita. Preghiamo.

T.:        O Signore, guidaci sulla tua via.

L.:       Per i cristiani di ogni confessione: sul modello di Cristo possano sollevare i fratelli e le sorelle afflitti dalle guerre e dalle calamità. Preghiamo.

T.:        O Signore, guidaci sulla tua via.

L.:       Per coloro che annunciano il Vangelo: la lieta notizia li sorregga nella fatica del cammino. Preghiamo.

T.:        O Signore, guidaci sulla tua via.

L.:       Per gli uomini e le donne del nostro tempo: possano portare pace e speranza a tutti i popoli della terra. Preghiamo.

T.:        O Signore, guidaci sulla tua via.

L.:       Per noi, riuniti nel nome del Signore: spronati dalla forza della Parola apriamo i nostri occhi alle necessità del prossimo per rinsaldare legami di pace. Preghiamo.

T.:        O Signore, guidaci sulla tua via.

[Nella Liturgia della Parola

C.: Innalziamo al Padre la nostra comune preghiera, perché venga il suo Regno di fraternità e di pace.

T.: Padre nostro].

C.: Dio nostro Padre, Tu hai creato ogni cosa ed è per te che viviamo, accogli quest’accorata supplica e fa’ che il desiderio di te e del tuo Figlio rimangano in noi per camminare sempre sulla tua via. Per Cristo nostro Signore.

T.: Amen.

SECONDO GIORNO:          … Creatore del cielo e della terra

“E anche ora so che Dio ascolterà tutto quello che tu gli domandi”

(Gv 11, 22)

Genesi 1, 1-5

Salmo 148, 1.3.9-14

Romani 8, 19-23

Preghiera dei fedeli per la Santa Messa o la Liturgia della Parola

C.: Fratelli e sorelle, da sempre Dio conosce i nostri progetti: Egli conosce le nostre storie e scruta i nostri sentimenti. Con questa certezza nel cuore leviamo al Padre la nostra supplica dicendo: Dona, o Signore, forza e fierezza al tuo popolo.

L.:       Tutte le comunità cristiane percorrano la via dell’unità, oltrepassino le barriere che dividono il mondo e vivano la centralità del Vangelo di Cristo. Noi ti preghiamo.

T.:        Dona, o Signore, forza e fierezza al tuo popolo.

L.:       La società civile, accecata dal potere individualistico, sia ricomposta da esempi di umiltà fondati dall’ascolto della Parola del Signore e dallo stesso rispetto che Dio ha per l’opera da lui creata. Noi ti preghiamo.

T.:        Dona, o Signore, forza e fierezza al tuo popolo.

L.:       Quanti vivono nella povertà spirituale e materiale percepiscano la vicinanza di Dio attraverso la mano tesa dai fratelli e dalle sorelle che incontrano nel cammino quotidiano. Noi ti preghiamo.

T.:        Dona, o Signore, forza e fierezza al tuo popolo.

L.:       Le nazioni soffocate da violenza, prepotenza e prevaricazione possano trovare guide capaci di promuovere la convivenza, il rispetto e la pace. Noi ti preghiamo.

T.:        Dona, o Signore, forza e fierezza al tuo popolo.

L.:       Noi, nutriti e confortati dalla Parola di vita, possiamo essere modello di fraternità e amore per essere nel mondo discepoli credenti e credibili di Cristo. Noi ti preghiamo.

T.:        Dona, o Signore, forza e fierezza al tuo popolo.

[Nella Liturgia della Parola

C.: Memori del comando del Signore preghiamo come lui stesso ci ha insegnato.

T.: Padre nostro].

C.: O Dio, che ci hai creati e redenti, porgi l’orecchio alla nostra supplica e alla nostra lode: aiutaci a vivere nel tuo amore e, nell’unità, concedici di essere una sola Chiesa e una sola famiglia. Per Cristo nostro Signore.

T.: Amen.

TERZO GIORNO:    Noi crediamo in un solo Signore, Gesù Cristo (…) che si è fatto Uomo

Quando Marta sentì che veniva Gesù, gli andò incontro

(Gv 11, 20)

Geremia 33, 14-16

Salmo 72 (71), 7.12.16-17

Giovanni 1, 1-14

Preghiera dei fedeli per la Santa Messa o la Liturgia della Parola

C.: Figli e figlie carissimi, l’universo ha atteso il momento in cui Dio Padre ha mostrato il suo volto nell’Unigenito Figlio. Nella speranza di godere della pienezza di questa luce ci impegniamo ad ascoltare la sua voce per andargli incontro e rendere testimonianza del suo amore. Con fiducia diciamo: Signore, ascolta il povero che a te grida aiuto.

L.:       Signore sapiente, unisci i battezzati di tutte le chiese: manifestino, nell’appartenenza a Cristo, gesti di amore fraterno verso quanti vivono nel bisogno. Preghiamo.

T.:        Signore, ascolta il povero che a te grida aiuto.

L.:       Signore della storia, illumina i governanti: realizzino leggi a favore dell’accoglienza e dell’inclusione per l’edificazione di una pace vera, piena e duratura. Preghiamo.

T.:        Signore, ascolta il povero che a te grida aiuto.

L.:       Signore buono, sostieni le comunità cristiane sparse nel mondo: alla scuola del Vangelo siano premurose verso i poveri e i sofferenti. Preghiamo.

T.:        Signore, ascolta il povero che a te grida aiuto.

L.:       Signore dell’eterna vita, tocca il cuore dei giovani: facciano esperienza del tuo amore e camminino per le vie del mondo come discepoli di Cristo. Preghiamo.

T.:        Signore, ascolta il povero che a te grida aiuto.

L.:       Signore compassionevole, rivolgi lo sguardo su questa tua famiglia: donaci di gustare la dolcezza del tuo amore e di essere veri promotori di unità in ogni situazione della vita. Preghiamo.

T.:        Signore, ascolta il povero che a te grida aiuto.

[Nella Liturgia della Parola

C.: Con il cuore ricolmo di speranza, ci rivolgiamo al Padre di ogni dono con le stesse parole di Gesù.

T.: Padre nostro].

C.: O Signore, che non lasci mai soli quanti sperano e credono in te, fa’ che sorretti dal tuo amore, ci disponiamo a camminare ogni giorno in sincera adesione alla tua volontà. Per Cristo nostro Signore.

T.: Amen.

QUARTO GIORNO: Fu crocifisso (…). Morì e fu sepolto (…). Il terzo giorno è

risuscitato

Gesù le disse: “Tuo fratello risorgerà”

(Gv 11, 23)

Esodo 3, 7-8

Salmo 16 (15), 5.7.10-11

Filippesi 2, 5-11

Preghiera dei fedeli per la Santa Messa o la Liturgia della Parola

C.: Innalziamo unanimi la nostra preghiera a Dio nostro Padre, affinché doni al mondo la pace e aiuti tutti i battezzati a costruire vincoli l’unità. Supplichiamolo dicendo con fede: Mostraci, o Signore, la via che porta alla vita.

L.:       O Padre, elargisci a tutte chiese sparse nel mondo il dono del tuo Spirito, perché procedano insieme verso l’unità. Noi ti preghiamo.

T.:        Mostraci, o Signore, la via che porta alla vita.

L.:       O Padre, sostieni tutti i battezzati, perché ti riconoscano nel volto dei fratelli e delle sorelle che incontrano lungo il cammino. Noi ti preghiamo.

T.:        Mostraci, o Signore, la via che porta alla vita.

L.:       O Padre, concedi ai governanti delle nazioni il dono della sapienza, perché si impegnino nella promozione e nella costruzione di giustizia per tutti gli uomini. Noi ti preghiamo.

T.:        Mostraci, o Signore, la via che porta alla vita.

L.:       O Padre, illumina le menti dei teologi impegnati nel dialogo ecumenico, perché ricerchino la verità nella carità. Noi ti preghiamo.

T.:        Mostraci, o Signore, la via che porta alla vita.

L.:       O Padre, assisti i tuoi figli qui riuniti nel tuo nome, perché impariamo a portare frutti di bene nella Chiesa e nel mondo. Noi ti preghiamo.

T.:        Mostraci, o Signore, la via che porta alla vita.

[Nella Liturgia della Parola

C.: Uniti dall’amore del Cristo, crocifisso e risorto, come unica famiglia ci presentiamo al Padre come il Signore Gesù ci ha insegnato.

T.: Padre nostro].

C.: Padre Santo, accogli la nostra aspirazione di unità e permettici di portare a compimento la tua opera per essere nel mondo rivelatori autentici delle tue parole di verità. Per Cristo nostro Signore.

T.: Amen.

QUINTO GIORNO:             Crediamo nello Spirito Santo, che (…) dà la vita

Molta gente era andata a trovare Maria e Marta per confortarle dopo la morte del fratello

(Gv 11, 19)

Ezechiele 36, 24-28

Salmo 104 (103), 24-25.27-29.33-34

Giovanni 3, 4-8

Preghiera dei fedeli per la Santa Messa o la Liturgia della Parola

C.:       Presentiamo al Signore le suppliche e le invocazioni degli uomini e delle donne del nostro tempo affinché sia resa manifesta l’universalità dell’amore che unisce ogni lingua, popolo e nazione. Preghiamo insieme e diciamo: Rinnova la nostra gioia, o Signore, con il tuo Santo Spirito.

L.:       Dispensa il dono del tuo Spirito alle tue chiese ancora divise fra loro: si alimenti in esse il desiderio di unità affinché compiano gesti concreti per poterla realizzare. Preghiamo.

T.:        Rinnova la nostra gioia, o Signore, con il tuo Santo Spirito.

L.:       Elargisci vigore nel cammino quotidiano ai discepoli di questo tempo: nessun timore e nessun rifiuto pongano limiti all’accoglienza dell’altro ma mostrino sempre la prossimità del tuo volto. Preghiamo.

T.:        Rinnova la nostra gioia, o Signore, con il tuo Santo Spirito.

L.:       Concedi il dono del discernimento a coloro che ci governano: promuovano il progresso di tutti i popoli per condurre una vita onesta e matura. Preghiamo.

T.:        Rinnova la nostra gioia, o Signore, con il tuo Santo Spirito.

L.:       Soccorri quanti sono afflitti dai tormenti e dalle tribolazioni: trovino sulla loro via uomini e donne capaci di compassione e vicinanza per sperimentare la potenza della tua grazia vivificante. Preghiamo.

T.:        Rinnova la nostra gioia, o Signore, con il tuo Santo Spirito.

L.:       Assisti quanti sono qui radunati nel tuo nome: scoprano lo splendore e la forza trasfigurante del Vangelo e dimostrino con gioia l’amore credibile per il prossimo. Preghiamo.

T.:        Rinnova la nostra gioia, o Signore, con il tuo Santo Spirito.

[Nella Liturgia della Parola

C.: Guidati dallo Spirito di amore e unità, eleviamo insieme la preghiera che Egli ci ha insegnato.

T.: Padre nostro].

C.: Accogli con amore, o Padre, le nostre intenzioni di preghiera e accendi in noi il fuoco del tuo Spirito perché ci lasciamo infiammare dal tuo stesso amore. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

T.: Amen.

SESTO GIORNO:     Crediamo la Chiesa

Marta rispose: “Sì, lo so; nell’ultimo giorno risorgerà anche lui”

 (Gv 11, 24)

Isaia 2, 2-4

Salmo 133 (132), 1-3

Efesini 4, 1-6

Preghiera dei fedeli per la Santa Messa o la Liturgia della Parola

C.: Raccolti in preghiera per l’unità dei cristiani, presentiamo la nostra comune invocazione a Dio Padre affinché tutti i battezzati siano costruttori di unità e di pace: Padre buono donaci la tua benedizione.

L.:       Per i cristiani delle diverse confessioni: vivendo in conformità al Vangelo, siano capaci di porgere l’orecchio a ogni grido di dolore che si innalza dall’umanità. Noi ti preghiamo.

T.:        Padre buono donaci la tua benedizione.

L.:       Per coloro che si prodigano nell’assistenza e nella carità: conducano il loro impegno nello spirito del Vangelo, profumando le piaghe di ogni uomo e riavvicinando quanti sono lontani e dispersi. Noi ti preghiamo.

T.:        Padre buono donaci la tua benedizione.

L.:       Per quanti vivono esiliati dalla loro terra: la sofferenza della separazione sia mitigata dalla carità fraterna e dalla certezza di avere una stabile dimora nel Regno del Padre. Noi ti preghiamo.

T.:        Padre buono donaci la tua benedizione.

L.:       Per i genitori: consapevoli del loro compito educativo verso i figli, siano per essi edificante esempio e valido sostegno. Noi ti preghiamo.

T.:        Padre buono donaci la tua benedizione.

L.:       Per noi qui presenti: fa’ che diventiamo promotori di unità in ogni ambiente di vita. Noi ti preghiamo.

T.:        Padre buono donaci la tua benedizione.

[Nella Liturgia della Parola

C.: Come figli dell’unico Padre, ci rivolgiamo a lui con le parole che Gesù ci ha insegnato.

T.: Padre nostro].

C.: O Padre, ascolta la preghiera dei tuoi figli che anelano all’unità e fa’ che la Chiesa si mostri al mondo quale comunità ospitale e solidale. Per Cristo tuo Figlio e nostro Signore.

T.: Amen.

SETTIMO GIORNO: Professiamo un solo battesimo

“Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà; 

anzi chi vive e crede in me non morirà mai. Credi tu questo?”

 (Gv 11, 25-26)

Michea 7, 18-19

Salmo 51 (50), 3.9.12.14

Matteo 28, 16-20

Preghiera dei fedeli per la Santa Messa o la Liturgia della Parola

C.: Battezzati nell’unica fede di Cristo siamo chiamati a dare vita a un solo corpo. Rivolgiamoci con fiducia a Dio nostro Padre, perché ci conceda di camminare nelle sue vie per essere autentici discepoli del suo Cristo. Insieme diciamo: Rendici concordi nell’unità, o Signore.

L.:       Preghiamo per le chiese sparse nel mondo: animate dall’amore di Cristo vincano ogni logica di discordia e divisione per attuare progetti di carità, confronto e dialogo. Preghiamo.

T.:        Rendici concordi nell’unità, o Signore.

L.:       Preghiamo per quanti sono alla guida delle comunità cristiane: docili alla voce del Buon Pastore, siano modelli per il popolo loro affidato per condurli a una conoscenza piena di lui e del suo mistero di amore. Preghiamo.

T.:        Rendici concordi nell’unità, o Signore.

L.:       Preghiamo per i fratelli e le sorelle che sono nella malattia: la presenza di Cristo sofferente doni loro vigore nella prova e nel dolore. Preghiamo.

T.:        Rendici concordi nell’unità, o Signore.

L.:       Preghiamo per i popoli oppressi da odio e violenza: l’azione del Risorto doni sollievo alle ferite del peccato così da risanare i cuori affranti e offrire la pace a quanti la ricercano. Preghiamo.

T.:        Rendici concordi nell’unità, o Signore.

L.:       Preghiamo per noi qui riuniti: sostenuti da Cristo, Parola di Vita, cresca il nostro impegno a crescere nella comunione fraterna. Preghiamo.

T.:        Rendici concordi nell’unità, o Signore.

[Nella Liturgia della Parola

C.: Domandiamo al Padre di tutti gli uomini di accogliere la nostra preghiera e facciamo nostre le parole di Gesù, nostro Maestro.

T.: Padre nostro].

C.: Ascolta benevolo, o Dio, la preghiera di noi tuoi figli che siamo desiderosi di unità per la tua Chiesa: nella tua infinita misericordia esaudisci la nostra supplica e, per i meriti di Cristo, aggiungi ciò che noi non osiamo sperare. Egli vive e regna nei secoli dei secoli.

T.: Amen.

OTTAVO GIORNO: Aspettiamo la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà

“Io credo che tu sei il Messia, il Figlio di Dio che deve venire nel mondo”

(Gv 11, 27)

Apocalisse 21, 1-4

Salmo 85 (84), 9.11-13

Luca 12, 35-40

Preghiera dei fedeli per la Santa Messa o la Liturgia della Parola

C.: Radunati dal Padre per implorare insieme l’unità di tutte le comunità cristiane, a lui chiediamo di mostrarci la sua provvidenza per essere segno e strumento del suo progetto di pace. Rivolgiamo insieme la nostra preghiera: O Signore, rafforza in noi la fede.

L.:       Dio provvidente, sostieni la Chiesa sparsa sulla terra, perché cresca nel cuore di ogni uomo il desiderio della pace, l’impegno dell’unità e lo spirito di carità. Noi ti preghiamo.

T.:        O Signore, rafforza in noi la fede.

L.:       Pastore buono, guarda con benevolenza i responsabili delle comunità cristiane, perché siano immagine della carità operosa di Cristo. Noi ti preghiamo.

T.:        O Signore, rafforza in noi la fede.

L.:       Maestro sapiente, illumina quanti si spendono per l’educazione, perché alimentino nei cuori dei piccoli e dei giovani il fuoco del tuo amore. Noi ti preghiamo.

T.:        O Signore, rafforza in noi la fede.

L.:       Signore della vita, accogli quanti hanno perso la vita pur di mantenere l’unità tra i cristiani, perché il loro esempio sia dono ai figli di tutta la terra. Noi ti preghiamo.

T.:        O Signore, rafforza in noi la fede.

L.:       Padre misericordioso, ispira in noi e nelle nostre famiglie propositi santi, perché ci sia dato di vivere in modo limpido il Vangelo di Cristo. Noi ti preghiamo.

T.:        O Signore, rafforza in noi la fede.

[Nella Liturgia della Parola

C.: Invochiamo la misericordia di Dio sulla nostra vita, pregando insieme con le parole che riassumono tutto l’insegnamento cristiano.

T.: Padre nostro].

C.: O Dio nostro Padre, accogli la nostra incessante invocazione per l’unità dei cristiani e affretta l’ora in cui i discepoli di Cristo tuo Figlio ti potranno lodare, servire e testimoniare con un cuor solo e un’anima sola. Per Cristo nostro Signore.

T.: Amen.

SUGGERIMENTI PER L’ORGANIZZAZIONE

DELLA SETTIMANA DI PREGHIERA

PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI

Cercare l’unità: un impegno per tutto l’anno

          La data tradizionale per la celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, nell’emisfero nord, va dal 18 al 25 gennaio, data proposta nel 1908 da padre Paul Wattson, perché compresa tra la festa della cattedra di san Pietro e quella della conversione di san Paolo; assume quindi un significato simbolico. Nell’emisfero sud, in cui gennaio è periodo di vacanza, le chiese celebrano la Settimana di preghiera in altre date, per esempio nel tempo di Pentecoste (come suggerito dal movimento Fede e costituzione nel 1926), periodo altrettanto simbolico per l’unità della Chiesa.

          Consapevoli di una tale flessibilità nella data della Settimana, incoraggiamo i fedeli a considerare il materiale presentato in questo libretto come un invito a creare occasioni in tutto l’arco dell’anno per esprimere il grado di comunione già raggiunto tra le chiese e per pregare insieme per il raggiungimento della piena unità, che è il volere di Cristo stesso.

Adattamento del testo

          Il testo viene proposto con l’avvertenza che, ove possibile, sia adattato agli usi locali, con particolare attenzione alle pratiche liturgiche nel loro contesto socio-culturale e alla dimensione ecumenica.

          In alcune località già esistono strutture ecumeniche in grado di realizzare questa proposta, ma dove non esistessero se ne auspica l’attuazione.

Utilizzo del testo

— Per le chiese e comunità cristiane che celebrano la Settimana di preghiera in una singola liturgia comune viene offerta una Celebrazione ecumenica.

— Le comunità che celebrano la Settimana di preghiera in ogni giorno dell’ottavario possono utilizzare l’Appendice II Preghiera Universale.

— Chi desidera pregare privatamente per l’unità dei cristiani può trovare utile questo testo come guida per le proprie intenzioni di preghiera. Ricordiamo che ognuno di noi si trova in comunione con i credenti che pregano nelle altre parti del mondo per costruire una più grande e visibile unità della Chiesa di Cristo.

[1]La Presentazione al testo italiano è stata redatta dal Consiglio delle Chiese Cristiane delle Marche e viene pubblicata sotto la loro autorità e responsabilità.

[2]Sono membri del Consiglio delle Chiese Cristiane delle Marche: Chiesa Cattolico-Romana, Chiesa Ortodossa del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, Chiesa Ortodossa del Patriarcato di Romania, Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno, Chiesa Battista delle Marche e Chiesa Evangelica Valdese.

[3]Di autori cristiani dei primi secoli.

[4]Il tema per ciascuno degli Otto giorni riprende le affermazioni del Credo niceno-costantinopolitano. In questo sussidio le espressioni citate sono tratte della versione del Credo solitamente usata nelle celebrazioni ecumeniche della Settimana di preghiera in lingua italiana, cioè quello professato durante il III Incontro della Conferenza delle chiese europee (KEK) e il Consiglio delle conferenze episcopali europee (CCEE), Riva del Garda, 1984.

[5]Cfr. nella parte conclusiva di questa Introduzione le indicazioni relative alla versione del Credo usata nella Celebrazione ecumenica.

[6]Commissione Fede e costituzione del Consiglio ecumenico delle chiese, Spirit of God, Spirit of Christ: Ecumenical Reflections on the Filioque Controversy (1981), Faith & Order Paper 103, p.18, in

https://archive.org/details/wccfops2.110 [traduzione dall’originale inglese a cura della redazione].

[7]Pontificium Consilium ad Unitatem Christianorum Fovendam, Le Tradizioni greca e latina a riguardo della processione dello Spirito Santo, (1991), p.26, in

http://www.christianunity.va/content/unitacristiani/it/documenti/altri-testi/1996-le-tradizioni-greca-e-latina-a-riguardo-della-processione-d.html

[8]Il Simbolo di Nicea-Costantinopoli qui riportato è quello utilizzato durante il III Incontro della Conferenza delle chiese europee (KEK) e il Consiglio delle conferenze episcopali europee (CCEE), Riva del Garda, 1984 e solitamente usato nelle celebrazioni ecumeniche in lingua italiana. Secondo le indicazioni fornite dalla Commissione internazionale responsabile per il testo nell’Introduzione alla Celebrazione ecumenica, l’espressione “Dio da Dio” – originariamente presente nel teso di Riva del Garda – è stata omessa.

[9]Il tema per ciascuno degli Otto giorni riprende le affermazioni del Credo niceno-costantinopolitano. In questo sussidio le espressioni citate sono tratte della versione del Credo solitamente usata nelle celebrazioni ecumeniche della Settimana di preghiera in lingua italiana, cioè quello professato durante il III Incontro della Conferenza delle chiese europee (KEK) e il Consiglio delle conferenze episcopali europee (CCEE), Riva del Garda, 1984.

[10]Di autori cristiani dei primi secoli.

[11]Il testo è stato tratto dal sito web della Comunità Monastica di Bose ed è pubblicato sotto l’autorità e responsabilità della Comunità.