Situazione
L’ Amazzonia è il bacino naturale con la maggiore riserva di biodiversità della nostra amata terra.
Per biodiversità si intende la coesistenza, all’interno di un ecosistema, di diverse specie animali e vegetali che porta alla creazione di un equilibrio grazie alle loro reciproche relazioni.
In questi territori, come in molti altri nel mondo, fiumi ed i laghi hanno svolto un ruolo di unione tra le varie popolazioni indigene, le quali, prima delle colonizzazioni, vivevano lungo le loro sponde seguendo una semplice regola: “la Vita dirige il fiume, il fiume dirige la Vita”.
Questi popoli, nonostante le differenti identità culturali, collaboravano tra di loro ed erano i custodi della foresta e delle relative risorse.
Oggi però la ricchezza della foresta amazzonica è minacciata dagli interessi economici che hanno portato l’intensificazione della deforestazione e la contaminazione di fiumi e laghi a causa dell’utilizzo incontrollato di prodotti agrotossici, spargimento di petrolio e attività illegali. Questi interessi hanno portato le popolazioni indigene a trasferirsi nelle periferie delle città, quest’ultime già in grande stato di crisi socio-politica. Difatti oltre all’aumento delle attività criminali, si sviluppano i casi di xenofobia verso gli indigeni che sono stati costretti a trasferirsi nelle città.
Riflessioni
Il documento preparatorio al Sinodo sull’Amazzonia mostra come la cultura dominante, della nostra società del consumo e dello scarto stia trasformando la nostra Terra in un’enorme discarica.
L’economia globalizzata svolge una funzione “livellatrice” tra le diverse identità culturali, rendendole omogenee.
La Chiesa deve essere un’alternativa alla globalizzazione dell’indifferenza, aiutando a conciliare lo sviluppo sociale con la tutela delle popolazioni indigene e dei territori. Questo attraverso una spiritualità pratica, semplice, dialogante e samaritana. È necessario capire che la nostra esistenza si basa su tre semplici relazioni, strettamente connesse tra loro: Dio, il Prossimo e la Terra.
Queste relazioni sono fondamentali per la Vita, dobbiamo imparare a guardare oltre le cose. Pensare prima di svolgere un’azione e comprenderne le eventuali conseguenze. Bisogna abbandonare l’egoismo e lasciarci travolgere dall’infinito miracolo della Vita e della Natura.
La Terra è la “Casa comune” che Dio ci ha donato, noi siamo solamente ospiti, siamo di passaggio e dobbiamo lasciare questa Terra in ordine per i nostri successori e cosi faranno, questi, con i loro.
Poiché molti sono ossessionati dalla ricchezza e tendono ad agire per raggiungere interessi economici, diventano capaci di danneggiare il prossimo; e la conseguenza di ciò incide sulla società sempre più incentrata sul materialismo, come se per essere qualcuno bisogna avere per forza qualcosa.
Ricordiamoci che quando siamo venuti al mondo non avevamo nulla, eravamo spogli di qualsiasi cosa, ci bastava l’amore dei nostri cari.
E quando il Signore ci chiamerà a lasciare questa terra, saremo nuovamente spogli di tutto. Rimarranno però le conseguenze delle azioni fatte.
Possiamo iniziare a meditare più seriamente sulle nostre relazioni con Dio, il Prossimo e la Terra, e sui nostri doveri verso di loro.
Marco Renzi