Oggi, giovedì 7 luglio, centinaia di persone parteciperanno al corso online del Centro “Evangeli Gaudium” di cui sono stato segretario per 5 anni. Il tema è importante: “Per contrastare e prevenire ogni tipo di abuso: trasparenza e consapevolezza. Allego un testo che ho scritto e che (in parte) è stato pubblicato per presentare l’iniziativa per la quale ringrazio il direttore, prof. don Alessandro Clemenzia, e il moderatore, prof. Stefano Lassi.
Per contrastare e prevenire ogni tipo di abuso: trasparenza e consapevolezza.
5 luglio 2022
Giovedì 7 luglio il CEG proporrà un corso online sulla necessità di contrastare e prevenire ogni tipo di abuso. Una iniziativa per i formatori avviata un anno fa (molto apprezzati i diversi interventi, tra cui quello di SE Mons. Charles J. Scicluna) e che, viste le notevoli richieste provenienti da più parti, vive una seconda tappa. Tutti i soggetti del popolo di Dio potrebbero essere interessati anche se ci si rivolge, principalmente – ma non unicamente –, a quanti sono coinvolti nella formazione permanente dei presbiteri e dei diaconi, dei religiosi e delle consacrate, come anche dei fedeli laici.
Significative le tematiche proposte e qualificati i relatori coinvolti dal responsabile del corso, prof. don Alessandro Clemenzia, e dal moderatore prof. Stefano Lassi: suor Tosca Ferrante, padre Amedeo Cencini, don Gottfried Ugolini, don Marco Baleani, prof. Vincenzo Corrado.
L’obiettivo? Offrire uno spazio per riflettere come popolo di Dio su una delle piaghe che affliggono il corpo sociale ed ecclesiale: abusi di potere, di coscienza, di autorità che lasciano aperte ferite dilanianti quanto le violenze sessuali. Come non ricordare l’appello di papa Francesco nell’Udienza generale del 6 ottobre 2021:
“Sorelle e fratelli. Ieri la Conferenza episcopale e la Conferenza dei religiosi e delle religiose francesi hanno ricevuto il rapporto della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa, incaricata di valutare l’ampiezza del fenomeno delle aggressioni e delle violenze sessuali compiute sui minori dal 1950 in poi. Ne risultano, purtroppo, numeri considerevoli. Desidero esprimere alle vittime la mia tristezza e il mio dolore per i traumi che hanno subito e la mia vergogna, la nostra vergogna, la mia vergogna, per la troppo lunga incapacità della Chiesa di metterle al centro delle sue preoccupazioni, assicurando loro la mia preghiera. E prego e preghiamo insieme tutti: “A te Signore la gloria, a noi la vergogna”: questo è il momento della vergogna. Incoraggio i vescovi e voi, cari fratelli che siete venuti qui a condividere questo momento, incoraggio i vescovi e i superiori religiosi a continuare a compiere tutti gli sforzi affinché drammi simili non si ripetano. Esprimo ai sacerdoti di Francia vicinanza e paterno sostegno davanti a questa prova, che è dura ma è salutare, e invito i cattolici francesi ad assumere le loro responsabilità per garantire che la Chiesa sia una casa sicura per tutti. Grazie”[1].
Concludo facendo riferimento al discorso di Francesco ai Membri della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori del 29 aprile 2022. Vi ha affermato infatti che se non ci dovessero essere progressi nella trasparenza e nella responsabilizzazione “i fedeli continuerebbero a perdere fiducia nei loro pastori, rendendo sempre più difficile l’annuncio e la testimonianza del Vangelo”.
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ALCUNE FONTI SUL TEMA
Quanto affermò Giovanni Paolo II nella celebrazione della Prima Domenica di quaresima del Duemila. Infatti, volle inserire un solenne atto in cui la Chiesa perdona e chiede perdono[2]. Ne riporto alcuni passaggi dell’omelia.
«L’odierna prima Domenica di Quaresima mi è parsa l’occasione propizia perché la Chiesa, raccolta spiritualmente attorno al Successore di Pietro, implori il perdono divino per le colpe di tutti i credenti. Perdoniamo e chiediamo perdono!
Questo appello ha suscitato nella Comunità ecclesiale un’approfondita e proficua riflessione, che ha portato alla pubblicazione, nei giorni scorsi, di un documento della Commissione Teologica Internazionale, intitolato “Memoria e riconciliazione: la Chiesa e le colpe del passato”. Ringrazio quanti hanno contribuito all’elaborazione di questo testo. Esso è molto utile per una corretta comprensione e attuazione dell’autentica richiesta di perdono, fondata sulla responsabilità oggettiva che accomuna i cristiani, in quanto membra del Corpo mistico, e che spinge i fedeli di oggi a riconoscere, insieme con le proprie, le colpe dei cristiani di ieri, alla luce di un accurato discernimento storico e teologico. Infatti “per quel legame che, nel Corpo mistico, ci unisce gli uni agli altri, tutti noi, pur non avendone responsabilità personale e senza sostituirci al giudizio di Dio che solo conosce i cuori, portiamo il peso degli errori e delle colpe di chi ci ha preceduto” (Incarnationis mysterium, 11). Riconoscere le deviazioni del passato serve a risvegliare le nostre coscienze di fronte ai compromessi del presente, aprendo a ciascuno la strada della conversione».
Come non fare riferimento al commento alla Nona stazione della Via Crucis del Venerdì Santo 2005 del cardinale Joseph Ratzinger, poi, eletto Vescovo di Roma e al discorso alla Curia Romana del 20 dicembre 2010 quando fece riferimento a una visione di santa Ildegarda di Bingen, benedettina tedesca che aveva proclamato Dottore della Chiesa: «In questo contesto – disse –, mi è venuta in mente una visione di sant’Ildegarda di Bingen (1098-1179) che descrive in modo sconvolgente ciò che abbiamo vissuto in quest’anno». E così commentava: «Nella visione di sant’Ildegarda, il volto della Chiesa è coperto di polvere, ed è così che noi l’abbiamo visto. Il suo vestito è strappato – per la colpa dei sacerdoti. Così come lei l’ha visto ed espresso, l’abbiamo vissuto in quest’anno. Dobbiamo accogliere questa umiliazione come un’esortazione alla verità e una chiamata al rinnovamento. Solo la verità salva»[3].
L’azione di Francesco si pone in continuità con l’azione dei precedessori[4]; ha istituito la Pontificia Commissione per la tutela dei minori (22 marzo 2014) e per evitare che ci si fermasse alla condanna, ha invitato a stare dalla parte delle vittime e a sollecitato più volte a promuovere una cultura della dignità della persona, coinvolgendo l’intera comunità ecclesiale chiamata a conversione e a maggiore trasparenza.
Francesco nella Lettera al popolo di Dio (20 agosto 2018), propone riflessioni che interpellano l’intero popolo di Dio. Il testo fu anticipato da una conferenza stampa, venerdì 17 agosto 2018; nella Dichiarazione, si afferma: «La Chiesa deve imparare dure lezioni dal passato e che dovrebbe esserci un’assunzione di responsabilità da parte sia di coloro che hanno abusato, sia di quelli che hanno permesso che ciò accadesse. […] Coloro che hanno sofferto sono la sua priorità, e la Chiesa vuole ascoltarli per sradicare questo tragico orrore che distrugge la vita degli innocenti».
Trasparenza, quindi, e amore per la verità per ritornare credibili, in particolare con le giovani generazioni: si è nascosto, mentre il silenzio su questi crimini è inaccettabile! “Chi può far male ai bambini non deve restare nel ministero” e “Nessuno dica: non mi riguarda” (“Avvenire”, sabato 23 febbraio 2019).
Si tratta dell’assunzione di responsabilità da parte dell’intera comunità per cercare di recuperare la fiducia che si è persa, perché tradita; è necessario ripensare i percorsi formativi, in particolare, dei Seminari o degli Studentati e Noviziati, perché “lo scandalo di pochi è la conseguenza della mediocrità di molti – così si esprime padre Amedeo Cencini, psicologo canossiano –. Se non riusciremo a radicare questa consapevolezza, non servirà la tolleranza zero” (“Avvenire”, mercoledì 20 febbraio 2019).
Nella Chiesa si parla molto del tema della tutela dei minori e degli adulti vulnerabili[5], come delle procedure per giungere a concrete e efficaci Linee-guida, si tratta di procedere in questa direzione. Un aiuto può venire dal valorizzare la Giornata di preghiera per le vittime degli abusi introdotta dai Vescovi italiani e celebrata per la prima volta giovedì 18 novembre 2021, in corrispondenza della Giornata europea per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale istituita dal Consiglio d’Europa.
Rocchi Emilio
[1]Cf. M. Uwineza, Una teologia della memoria in tempi di abusi sessuali commessi dal clero, in “La Civiltà Cattolica” 2021 IV 169-179 | 4112 (16 ott/6 nov 2021). Si offre una riflessione sull’appello del 6 ottobre 2021.
[2]Il gesto fu preparato dal documento della Commissione Teologica Internazionale (CTI) Memoria e riconciliazione: la Chiesa e le colpe del passato (7 marzo 2000).
[3]Cf. Benedetto XVI, Lettera ai cattolici d’Irlanda (19 marzo 2010. Importante il suo contributo al Simposio internazionale promosso dal Centro per la protezione dei minori della Pontificia Università Gregoriana, Verso la guarigione e il rinnovamento, (6-9 febbraio 2012) di cui sono stati pubblicati gli Atti: Verso la guarigione e il rinnovamento. Simposio 2012 della Pontificia Università Gregoriana sugli abusi sessuali su minori a cura di C.J. Scicluna – H. Zollner – D.J. Ayotte, Pontificia Università Gregoriana e Dehoniane, Frascati 2012.
[4]Cf. A. Cencini, È cambiato qualcosa? La Chiesa dopo gli scandali sessuali, Dehoniane, Bologna 2015.
[5]Utile consultare il sito del servizio nazionale per la tutela dei minori (www.tutelaminori.chiesacattolica.it).