In un periodo in cui si svolge il grande pellegrinaggio mariano da Macerata a Loreto, con le sue migliaia di partecipanti, sono rimasta ancora una volta sorpresa e ammirata dal piccolo pellegrinaggio che è stato fatto lunedì 12 giugno dalla chiesa parrocchiale al Santuario di Santa Maria Apparente, per riportare la statua della Madonna e del giovane a cui apparve per la prima volta il 5 giugno del 1411, Vico Salimbene, al suo posto.
Il lunedì precedente non era stato possibile fare la processione, in senso inverso, dal Santuario alla chiesa parrocchiale per via del tempo, ma domenica sera una folla di centinaia di persone si è messa in moto nella notte per fare un atto che mi è sembrato non una semplice devozione, ma una testimonianza viva ed emozionante di fede. Tutte le case davanti a cui siamo passati erano meravigliosamente addobbate, segno anche questo, del grandissimo affetto per Santa Maria Apparente. In testa al corteo c’erano la banda e i bambini con gli abiti bianchi che il 28 maggio hanno ricevuto la Santa Cresima e l’Eucaristia: subito dopo la statua della Madonna e dietro il parroco, don Emilio, che animava le preghiere coadiuvato da alcuni volontari e poco dietro il sindaco, Fabrizio Ciarapica, accompagnato dal presiedente del Consiglio comunale, Caudio Morresi che è pure abitante del quartiere, perché la Madonna di Santa Maria Apparente è anche compatrona, insieme a San Marone, delle nostra città. Più di recente, da mons. Luigi Conti, è stato aggiunto come compatrono anche san Gabriele dell’Addolorata.
Quello che più mi ha impressionato è la sobrietà e l’eterogeneità dei partecipanti: giovani, anziani, famiglie con bambini piccoli, adulti che camminavano e pregavano senza distrazioni, chiacchiere o cellulare. Ero nella “pancia” della processione e veramente mi sono sentita una pellegrina che andava verso una meta precisa, sentivo un senso di pace e serenità perché ero con un “popolo” che si muoveva nella notte non abbandonato ma accompagnato e guidato da quella Madonna che da più di sei secoli illumina la vita di questa zona della città e della città stessa.
Arrivati al Santuario quasi nessuno è andato via e tutti sono rimasti alla celebrazione della Messa conclusiva: pochissimi sono riusciti ad entrare nella “chiesetta”, la maggior parte delle persone si è fermata fuori, chi sulle sedie, chi seduto sui gradini, chi appoggiato alla staccionata e l’attenzione e la partecipazione è stata massima, tanto che al momento della Comunione le ostie non sono state sufficienti. Don Mario Moriconi, che ha presieduto la celebrazione, ci ha invitato a considerare il Santuario un luogo di pace, ristoro e ripartenza: “luogo di consolazione e di beatitudine”.
La partecipazione della serata di lunedì ha dimostrato che … le nostre strade sono ricche di fede sincera e tangibile.
Simona Mengascini
15 giugno 2023