La catechesi sugli Atti degli Apostoli nell’udienza di mercoledì 8 gennaio «
La catechesi sugli Atti degli Apostoli nell’udienza di mercoledì 8 gennaio «Non ci sarà alcuna perdita di vite umane in mezzo a voi» (At 27, 22). La prova del naufragio: tra la salvezza di Dio e l’ospitalità dei maltesi.
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il libro degli Atti degli Apostoli, nella parte finale, racconta che il Vangelo prosegue la sua corsa non solo per terra ma per mare, su una nave che conduce Paolo prigioniero da Cesarea verso Roma (cf. At 27, 1–28,16), nel cuore dell’Impero, perché si realizzi la parola del Risorto: «Di me sarete testimoni […] fino ai confini della terra» ( At 1, 8). Leggete il Libro degli Atti degli Apostoli e vedrete come il Vangelo, con la forza dello Spirito Santo, arriva a tutti i popoli, si fa universale. Prendetelo. Leggetelo.
La navigazione incontra fin dall’inizio condizioni sfavorevoli. Il viaggio si fa pericoloso. Paolo consiglia di non proseguire la navigazione, ma il centurione non gli dà credito e si affida al pilota e all’armatore. Il viaggio prosegue e si scatena un vento così furioso che l’equipaggio perde il controllo e lascia andare la nave alla deriva.
Quando la morte sembra ormai prossima e la disperazione pervade tutti, Paolo interviene e rassicura i compagni dicendo quello che abbiamo ascoltato: «Mi si è presentato […] questa notte un angelo di quel Dio al quale io appartengo e che servo, e mi ha detto: “Non temere, Paolo; tu devi comparire davanti a Cesare, ed ecco, Dio ha voluto conservarti tutti i tuoi compagni di navigazione”» (At 27, 23-24). Anche nella prova, Paolo non cessa di essere custode della vita degli altri e animatore della loro speranza.
Luca ci mostra così che il disegno che guida Paolo verso Roma mette in salvo non solo l’Apostolo, ma anche i suoi compagni di viaggio, e il naufragio, da situazione di disgrazia, si muta in opportunità provvidenziale per l’annuncio del Vangelo.
Al naufragio segue l’approdo sull’isola di Malta, i cui abitanti dimostrano una premurosa accoglienza. I maltesi sono bravi, sono miti, sono accoglienti già da quel tempo. Piove e fa freddo ed essi accendono un falò per assicurare ai naufraghi un po’ di calore e di sollievo. Anche qui Paolo, da vero discepolo di Cristo, si mette a servizio per alimentare il fuoco con alcuni rami. Durante queste operazioni viene morso da una vipera ma non subisce alcun danno: la gente, guardando questo, dice: “Ma questo dev’essere un grande malfattore perché si salva da un naufragio e finisce morso da una vipera!”. Aspettavano il momento che cadesse morto, ma non subisce alcun danno e viene scambiato addirittura – invece che per un malfattore – per una divinità. In realtà, quel beneficio viene dal Signore Risorto che lo assiste, secondo la promessa fatta prima di salire al cielo e rivolta ai credenti: «Prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno» ( Mc 16, 18). Dice la storia che da quel momento non ci sono vipere a Malta: questa è la benedizione di Dio per l’accoglienza di questo popolo tanto buono.
In effetti,
il soggiorno a Malta diventa per Paolo l’occasione propizia per dare “carne” alla parola che annuncia ed esercitare così un ministero di compassione nella guarigione dei malati. E questa è una legge del Vangelo: quando un credente fa esperienza della salvezza non la trattiene per sé, ma la mette in circolo. «Il bene tende sempre a comunicarsi. Ogni esperienza di verità e di bellezza cerca per se stessa la sua espansione, e ogni persona che viva una profonda liberazione acquisisce maggiore sensibilità davanti alle necessità degli altri» (Esort. Ap.
Evangelii gaudium, 9).
Un cristiano “provato” può farsi di certo più vicino a chi soffre perché sa cosa è la sofferenza, e rendere il suo cuore aperto e sensibile alla solidarietà verso gli altri.
Paolo ci insegna a vivere le prove stringendoci a Cristo, per maturare la «convinzione che Dio può agire in qualsiasi circostanza, anche in mezzo ad apparenti fallimenti» e la «certezza che chi si offre e si dona a Dio per amore, sicuramente sarà fecondo» (
Ibid ., 279).
L’amore è sempre fecondo, l’amore a Dio sempre è fecondo, e se tu ti lasci prendere dal Signore e tu ricevi i doni del Signore, questo ti consentirà di darli agli altri. Sempre va oltre l’amore a Dio.
Chiediamo oggi al Signore di aiutarci a vivere ogni prova sostenuti dall’energia della fede; e ad essere sensibili ai tanti naufraghi della storia che approdano esausti sulle nostre coste, perché anche noi sappiamo accoglierli con quell’amore fraterno che viene dall’incontro con Gesù. È questo che salva dal gelo dell’indifferenza e della disumanità.
3) Discorso al corpo diplomatico (9 gennaio 2020): Allegato
4) DAL SITO DELLA DIOCESI SUL SETTENARIO DELLA MADONNA DEL PIANTO
Gennaio è iniziato e come è tradizione da tanti anni, si avvicina il
Settenario della Madonna del Pianto nella
Cattedrale di Santa Maria Assunta in cielo, in programma
da sabato 11 a domenica 19 gennaio.
Un Settenario che, dopo l’istituzione della Commissione per la promozione della devozione alla Madonna del Pianto avvenuta lo scorso 1 dicembre 2019 da parte dell’Arcivescovo di Fermo, S.E. Mons. Pennacchio, continuerà sicuramente ad alimentare la fede di quanti già conoscono e partecipano alle iniziative in cattedrale e cercherà allo stesso tempo di avvicinare quanti, per vari motivi, restano a distanza perdendo occasioni interessanti per la propria fede.
Molto ricco il programma, che vede delle conferme ed interessanti novità.
La predicazione, affidata a don Enrico Brancozzi, rettore del seminario arcivescovile di Fermo e direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale vocazionale, trarrà spunto dal tema scelto per il settenario riassunto nel titolo: Maria, Madre della Speranza.
Si inizia
sabato 11 gennaio alle
ore 17.00 con la
processione che porterà il simulacro della Madonna dal Santuario alla Cattedrale; alle
ore 18.00 sarà l’Arcivescovo Pennacchio a dare il via ufficiale al Settenario presiedendo
la celebrazione eucaristica in Duomo. La prima novità è già nella sera di inizio: alle
ore 21.15 ci sarà
“Canto a Maria”, un concerto di brani mariani con la partecipazione di 4 corali del territorio
(Santa Lucia di Fermo – M° Annarosa Agostini, Don Damiano Ferrini di Fermo, M° Maria Pauri, Dolce Canto a Leo di Monte Urano, M° Stefania Cocco e NovArmonia di Porto San Giorgio, M° Alessandro Buffone).
Domenica 12 gennaio, verranno celebrate le
messe alle ore
08.00 ed alle
09.30; alle 11.30 presiederà S.E. Mons. Luigi Conti, vescovo emerito di Fermo, ed alle
ore 18.00 sarà la volta di S.E. Mons. Rocco Pennacchio. Alle
ore 16.00 ci sarà invece
l’incontro diocesano per tutti i membri dei nuovi consigli pastorali e degli affari economici parrocchiali.
Un altro momento importante ci sarà
giovedì 16 gennaio, con la tradizionale
adorazione eucaristica animata dai giovani del Seminario Diocesano subito dopo la messa delle 18.00 e con la novità di uno
spettacolo teatrale alle ore 21.15 dal titolo “Il dramma di Maria”, con testo di Adolfo Leoni interpretato dall’autore con estrapolazioni dallo
Stabat Mater di
Luigi Boccherini. Ad arricchire il momento, la presenza del M° Rosita Ramini, soprano – M° Roberta Di Rosa, violino – M° Lorenzo Roscioli, pianoforte.
Sabato 18 gennaio si inizierà alle
ore 15.00 con un incontro per i ragazzi/e dalla 5^ elementare alla 3^ media ed alle
ore 16.30 si celebrerà la
messa dei “Figli in Cielo”; un’altra novità del “Settenario 2020” prenderà vita alle
ore 21.15, con
“Piena di Grazia”, un incontro culturale sulla figura di Maria nell’Arte.
Domenica 19 gennaio, ultimo giorno del Settenario, verranno celebrate le
messe alle ore
08.00, 09.30, 11.30. Alle ore
11.00 ci sarà la tradizionale benedizione dei bambini, spostata dal pomeriggio della prima domenica del Settenario al mattino dell’ultima per favorire la partecipazione di più famiglie possibili. Alle
ore 16.00, dopo un breve momento di preghiera all’interno della cattedrale, prenderà corpo la processione che accompagnerà il simulacro della Madonna del Pianto dalla Cattedrale alla Chiesa di San Francesco, dove l’Arcivescovo celebrerà la messa di chiusura del Settenario appena arrivati.
Una importante novità interesserà anche la solenne processione di rientro, che, per favorire la partecipazione di più fedeli
(magari alcuni con difficoltà a camminare molto) e per evitare spiacevoli sorprese legate al maltempo ed alle temperature rigide di gennaio, verrà accorciata, mantenendosi di fatto all’interno del centro storico. Per non perdere l’importante attenzione ai luoghi della sofferenza che la processione “incontrava” lungo il tragitto
(il carcere, l’ospedale, Villa Verde), la commissione ha pensato ad un interessante progetto nei mesi successivi al settenario che coinvolgerà più direttamente proprio questi luoghi della sofferenza, senza lasciare indietro nessuno.
Rimangono
confermate le
messe ferali alle ore 09.30 e 11.00, la recita dell’
ora media al termine della messa delle 11.00,
le confessioni (tutti i giorni dalle 09.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 18.00, lasciando libero il momento della messa così che il popolo possa partecipare alla celebrazione senza alcuna distrazione), la recita del
Santo Rosario alle ore 17.30 e i pellegrinaggi parrocchiali con le celebrazioni eucaristiche delle ore 18.00 (lunedì 13parrocchie Santa Caterina e San Francesco, martedì 14 parrocchie Sant’Antonio e Cristo Amore Misericordioso, mercoledì 15 parrocchie Santa Maria degli Angeli e San Girolamo, giovedì 16 parrocchie Santa Lucia e Sant’Alessandro, venerdì 17 parrocchie San Gabriele dell’Addolorata, San Giovanni Bosco ed Immacolata Concezione, sabato 18 parrocchia San Domenico).
“Si è fatto un bel lavoro di squadra – dice don Paolo Scoponi, parroco della Parrocchia di Sant’Alessandro, vicario foraneo di Fermo e Presidente della Commissione per la promozione della devozione alla Madonna del Pianto – e siamo tutti molto contenti di quanto si è riuscito a proporre alla città e non solo. La nuova commissione ha subito trovato il clima giusto per favorire un dialogo ed un confronto costruttivo con l’unico obiettivo di valorizzare la devozione alla Madonna del Pianto cercando di accogliere i desideri di tutti i fedeli; sintonia e collaborazione riscontrata anche con i parroci della vicaria, con i quali si è condiviso tutto il programma del Settenario. Insomma – conclude don Paolo – si preannuncia un bel momento di preghiera a Maria ed un bel momento di Chiesa”.
ci sarà alcuna perdita di vite umane in mezzo a voi» (At 27, 22). La prova del naufragio: tra la salvezza di Dio e l’ospitalità dei maltesi.
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Il libro degli Atti degli Apostoli, nella parte finale, racconta che il Vangelo prosegue la sua corsa non solo per terra ma per mare, su una nave che conduce Paolo prigioniero da Cesarea verso Roma (cf. At 27, 1–28,16), nel cuore dell’Impero, perché si realizzi la parola del Risorto: «Di me sarete testimoni […] fino ai confini della terra» ( At 1, 8). Leggete il Libro degli Atti degli Apostoli e vedrete come il Vangelo, con la forza dello Spirito Santo, arriva a tutti i popoli, si fa universale. Prendetelo. Leggetelo.
La navigazione incontra fin dall’inizio condizioni sfavorevoli. Il viaggio si fa pericoloso. Paolo consiglia di non proseguire la navigazione, ma il centurione non gli dà credito e si affida al pilota e all’armatore. Il viaggio prosegue e si scatena un vento così furioso che l’equipaggio perde il controllo e lascia andare la nave alla deriva.
Quando la morte sembra ormai prossima e la disperazione pervade tutti, Paolo interviene e rassicura i compagni dicendo quello che abbiamo ascoltato: «Mi si è presentato […] questa notte un angelo di quel Dio al quale io appartengo e che servo, e mi ha detto: “Non temere, Paolo; tu devi comparire davanti a Cesare, ed ecco, Dio ha voluto conservarti tutti i tuoi compagni di navigazione”» (At 27, 23-24). Anche nella prova, Paolo non cessa di essere custode della vita degli altri e animatore della loro speranza.
Luca ci mostra così che il disegno che guida Paolo verso Roma mette in salvo non solo l’Apostolo, ma anche i suoi compagni di viaggio, e il naufragio, da situazione di disgrazia, si muta in opportunità provvidenziale per l’annuncio del Vangelo.
Al naufragio segue l’approdo sull’isola di Malta, i cui abitanti dimostrano una premurosa accoglienza. I maltesi sono bravi, sono miti, sono accoglienti già da quel tempo. Piove e fa freddo ed essi accendono un falò per assicurare ai naufraghi un po’ di calore e di sollievo. Anche qui Paolo, da vero discepolo di Cristo, si mette a servizio per alimentare il fuoco con alcuni rami. Durante queste operazioni viene morso da una vipera ma non subisce alcun danno: la gente, guardando questo, dice: “Ma questo dev’essere un grande malfattore perché si salva da un naufragio e finisce morso da una vipera!”. Aspettavano il momento che cadesse morto, ma non subisce alcun danno e viene scambiato addirittura – invece che per un malfattore – per una divinità. In realtà, quel beneficio viene dal Signore Risorto che lo assiste, secondo la promessa fatta prima di salire al cielo e rivolta ai credenti: «Prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno» ( Mc 16, 18). Dice la storia che da quel momento non ci sono vipere a Malta: questa è la benedizione di Dio per l’accoglienza di questo popolo tanto buono.
In effetti,
il soggiorno a Malta diventa per Paolo l’occasione propizia per dare “carne” alla parola che annuncia ed esercitare così un ministero di compassione nella guarigione dei malati. E questa è una legge del Vangelo: quando un credente fa esperienza della salvezza non la trattiene per sé, ma la mette in circolo. «Il bene tende sempre a comunicarsi. Ogni esperienza di verità e di bellezza cerca per se stessa la sua espansione, e ogni persona che viva una profonda liberazione acquisisce maggiore sensibilità davanti alle necessità degli altri» (Esort. Ap.
Evangelii gaudium, 9).
Un cristiano “provato” può farsi di certo più vicino a chi soffre perché sa cosa è la sofferenza, e rendere il suo cuore aperto e sensibile alla solidarietà verso gli altri.
Paolo ci insegna a vivere le prove stringendoci a Cristo, per maturare la «convinzione che Dio può agire in qualsiasi circostanza, anche in mezzo ad apparenti fallimenti» e la «certezza che chi si offre e si dona a Dio per amore, sicuramente sarà fecondo» (
Ibid ., 279).
L’amore è sempre fecondo, l’amore a Dio sempre è fecondo, e se tu ti lasci prendere dal Signore e tu ricevi i doni del Signore, questo ti consentirà di darli agli altri. Sempre va oltre l’amore a Dio.
Chiediamo oggi al Signore di aiutarci a vivere ogni prova sostenuti dall’energia della fede; e ad essere sensibili ai tanti naufraghi della storia che approdano esausti sulle nostre coste, perché anche noi sappiamo accoglierli con quell’amore fraterno che viene dall’incontro con Gesù. È questo che salva dal gelo dell’indifferenza e della disumanità.
3) Discorso al corpo diplomatico (9 gennaio 2020): Allegato
4) DAL SITO DELLA DIOCESI SUL SETTENARIO DELLA MADONNA DEL PIANTO
Gennaio è iniziato e come è tradizione da tanti anni, si avvicina il
Settenario della Madonna del Pianto nella
Cattedrale di Santa Maria Assunta in cielo, in programma
da sabato 11 a domenica 19 gennaio.
Un Settenario che, dopo l’istituzione della Commissione per la promozione della devozione alla Madonna del Pianto avvenuta lo scorso 1 dicembre 2019 da parte dell’Arcivescovo di Fermo, S.E. Mons. Pennacchio, continuerà sicuramente ad alimentare la fede di quanti già conoscono e partecipano alle iniziative in cattedrale e cercherà allo stesso tempo di avvicinare quanti, per vari motivi, restano a distanza perdendo occasioni interessanti per la propria fede.
Molto ricco il programma, che vede delle conferme ed interessanti novità.
La predicazione, affidata a don Enrico Brancozzi, rettore del seminario arcivescovile di Fermo e direttore dell’ufficio diocesano per la pastorale vocazionale, trarrà spunto dal tema scelto per il settenario riassunto nel titolo: Maria, Madre della Speranza.
Si inizia
sabato 11 gennaio alle
ore 17.00 con la
processione che porterà il simulacro della Madonna dal Santuario alla Cattedrale; alle
ore 18.00 sarà l’Arcivescovo Pennacchio a dare il via ufficiale al Settenario presiedendo
la celebrazione eucaristica in Duomo. La prima novità è già nella sera di inizio: alle
ore 21.15 ci sarà
“Canto a Maria”, un concerto di brani mariani con la partecipazione di 4 corali del territorio
(Santa Lucia di Fermo – M° Annarosa Agostini, Don Damiano Ferrini di Fermo, M° Maria Pauri, Dolce Canto a Leo di Monte Urano, M° Stefania Cocco e NovArmonia di Porto San Giorgio, M° Alessandro Buffone).
Domenica 12 gennaio, verranno celebrate le
messe alle ore
08.00 ed alle
09.30; alle 11.30 presiederà S.E. Mons. Luigi Conti, vescovo emerito di Fermo, ed alle
ore 18.00 sarà la volta di S.E. Mons. Rocco Pennacchio. Alle
ore 16.00 ci sarà invece
l’incontro diocesano per tutti i membri dei nuovi consigli pastorali e degli affari economici parrocchiali.
Un altro momento importante ci sarà
giovedì 16 gennaio, con la tradizionale
adorazione eucaristica animata dai giovani del Seminario Diocesano subito dopo la messa delle 18.00 e con la novità di uno
spettacolo teatrale alle ore 21.15 dal titolo “Il dramma di Maria”, con testo di Adolfo Leoni interpretato dall’autore con estrapolazioni dallo
Stabat Mater di
Luigi Boccherini. Ad arricchire il momento, la presenza del M° Rosita Ramini, soprano – M° Roberta Di Rosa, violino – M° Lorenzo Roscioli, pianoforte.
Sabato 18 gennaio si inizierà alle
ore 15.00 con un incontro per i ragazzi/e dalla 5^ elementare alla 3^ media ed alle
ore 16.30 si celebrerà la
messa dei “Figli in Cielo”; un’altra novità del “Settenario 2020” prenderà vita alle
ore 21.15, con
“Piena di Grazia”, un incontro culturale sulla figura di Maria nell’Arte.
Domenica 19 gennaio, ultimo giorno del Settenario, verranno celebrate le
messe alle ore
08.00, 09.30, 11.30. Alle ore
11.00 ci sarà la tradizionale benedizione dei bambini, spostata dal pomeriggio della prima domenica del Settenario al mattino dell’ultima per favorire la partecipazione di più famiglie possibili. Alle
ore 16.00, dopo un breve momento di preghiera all’interno della cattedrale, prenderà corpo la processione che accompagnerà il simulacro della Madonna del Pianto dalla Cattedrale alla Chiesa di San Francesco, dove l’Arcivescovo celebrerà la messa di chiusura del Settenario appena arrivati.
Una importante novità interesserà anche la solenne processione di rientro, che, per favorire la partecipazione di più fedeli
(magari alcuni con difficoltà a camminare molto) e per evitare spiacevoli sorprese legate al maltempo ed alle temperature rigide di gennaio, verrà accorciata, mantenendosi di fatto all’interno del centro storico. Per non perdere l’importante attenzione ai luoghi della sofferenza che la processione “incontrava” lungo il tragitto
(il carcere, l’ospedale, Villa Verde), la commissione ha pensato ad un interessante progetto nei mesi successivi al settenario che coinvolgerà più direttamente proprio questi luoghi della sofferenza, senza lasciare indietro nessuno.
Rimangono
confermate le
messe ferali alle ore 09.30 e 11.00, la recita dell’
ora media al termine della messa delle 11.00,
le confessioni (tutti i giorni dalle 09.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 18.00, lasciando libero il momento della messa così che il popolo possa partecipare alla celebrazione senza alcuna distrazione), la recita del
Santo Rosario alle ore 17.30 e i pellegrinaggi parrocchiali con le celebrazioni eucaristiche delle ore 18.00 (lunedì 13parrocchie Santa Caterina e San Francesco, martedì 14 parrocchie Sant’Antonio e Cristo Amore Misericordioso, mercoledì 15 parrocchie Santa Maria degli Angeli e San Girolamo, giovedì 16 parrocchie Santa Lucia e Sant’Alessandro, venerdì 17 parrocchie San Gabriele dell’Addolorata, San Giovanni Bosco ed Immacolata Concezione, sabato 18 parrocchia San Domenico).
“Si è fatto un bel lavoro di squadra – dice don Paolo Scoponi, parroco della Parrocchia di Sant’Alessandro, vicario foraneo di Fermo e Presidente della Commissione per la promozione della devozione alla Madonna del Pianto – e siamo tutti molto contenti di quanto si è riuscito a proporre alla città e non solo. La nuova commissione ha subito trovato il clima giusto per favorire un dialogo ed un confronto costruttivo con l’unico obiettivo di valorizzare la devozione alla Madonna del Pianto cercando di accogliere i desideri di tutti i fedeli; sintonia e collaborazione riscontrata anche con i parroci della vicaria, con i quali si è condiviso tutto il programma del Settenario. Insomma – conclude don Paolo – si preannuncia un bel momento di preghiera a Maria ed un bel momento di Chiesa”.