Mai più la guerra. Riconvertiamo l’economia che uccide

Comunicato stampa – 18 novembre 2016

Il Movimento dei Focolari in Italia scrive a papa Francesco al termine del Giubileo della Misericordia. Sarà in piazza San Pietro il prossimo 20 novembre per testimoniare l’impegno sui temi della pace.

 

Al termine dell’anno giubilare della misericordia abbiamo sentito l’urgenza di inviare a papa Francesco un segno di quel cammino interiore che siamo stati chiamati a compiere per purificare la nostra mente e il cuore superando le paure e i compromessi.

Come Movimento dei Focolari in Italia abbiamo inviato una lettera al papa in risposta al suo invito a prendere sul serio il no alla guerra, a partire dalla radice dell’economia che uccide perché invece di agire per ridurre le inaccettabili diseguaglianze, causa di tutti i mali sociali, fabbrica le armi da destinare ai Paesi attraversati da orribili conflitti. Non possiamo restare indifferenti e accettare l’atteggiamento di chi dice «a me che importa?», come ha detto papa Francesco quando, il 13 settembre del 2014, si è recato al cimitero dei caduti della Grande Guerra a Redipuglia e ha affermato, davanti alle tombe di tanti giovani mandati al macello un secolo addietro, che «anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, c’è l’industria delle armi, che sembra essere tanto importante!».

Nel marzo del 2016, dopo un incontro nelle aule parlamentari, abbiamo affermato che non potevamo accettare il fatto che dal nostro Paese partissero delle bombe destinate per il terribile conflitto in corso nello Yemen. Concordiamo con Rete Disarmo ed altre associazioni che, di fronte a troppi silenzi, hanno deciso di denunciare davanti alla magistratura la violazione della legge 185/90 sulla produzione, il commercio e il transito di armamenti verso Paesi in guerra o che violino i diritti umani. Rischia di rimanere disattesa, infatti, una legge nata grazie alla testimonianza e all’impegno della migliore società civile italiana, a cominciare da coloro che hanno rischiato il lavoro facendo obiezione di coscienza alla produzione di armi.

Per non restare davvero indifferenti e lasciare interi territori senza alternative, sappiamo bene che tutta la nostra economia è chiamata ad una conversione integrale capace di incidere sulle cause strutturali dell’inequità.

Su questo cammino, aperto a tutti come percorso di liberazione delle coscienze, vogliamo continuare ad andare avanti nel segno del vangelo di pace che abbiamo scelto di abbracciare.

 

Carlo Cefaloni (+39) 328 0531322

movimentofocolari.italia@focolare.orgbankmob@focolare.org

 

Caro papa Francesco,

il percorso di quest’anno giubilare ci ha radicato nella scelta di lasciare sempre aperta a Dio la porta della nostra coscienza per essere pronta ad abbattere i muri dell’indifferenza e dell’odio.

Sappiamo che non possiamo costruire ponti di pace senza aver rifiutato ogni compromesso con «l’economia dell’esclusione e dell’inequità».  Non possiamo dire «a me che importa?».

Non possiamo restare inerti di fronte alle tue parole che ci invitano a riconoscere l’esistenza dei «sistemi economici che per sopravvivere devono fare la guerra. Allora si fabbricano e si vendono armi e così i bilanci delle economie che sacrificano l’uomo ai piedi dell’idolo del denaro ovviamente vengono sanati. E non si pensa ai bambini affamati nei campi profughi, non si pensa ai dislocamenti forzati, non si pensa alle case distrutte, non si pensa neppure a tante vite spezzate».

Di fronte al grido “mai più la guerra!” che «si leva in ogni parte della Terra, in ogni popolo, in ogni cuore», restiamo sgomenti di fronte a chi giustifica l’orrore del fratricidio con le ragioni del cosiddetto realismo politico. Affermiamo invece che, non solo per i credenti, «Gesù Cristo è il più grande realista della storia» e vogliamo seguirti in questo cammino di edificazione della pace. Come ci ha insegnato Igino Giordani, «Non si fa male per avere bene. “Se vuoi la pace, prepara la pace”».  E gli operatori di pace, secondo Chiara Lubich, «non sono quelli che amano la tranquillità, non sopportano le dispute per non essere disturbati» ma «coloro che amano tanto la pace da non temere di intervenire nei conflitti per procurarla a coloro che sono in discordia».

Per essere credibili sappiamo, infatti, che non servono le dichiarazioni o le buone intenzioni. Come hai detto ai movimenti popolari in Bolivia nel luglio 2015, è «l’amore fraterno» che conduce a «ribellarsi contro l’ingiustizia sociale». Così oggi noi in Italia e nel mondo non possiamo accettare che si continuino a inviare armi verso i Paesi in guerra o che non rispettano i diritti umani. Come risposta al tuo invito, che conferma la scelta della nostra coscienza, ti dichiariamo che vogliamo contribuire a disarmare “l’economia che uccide” impegnandoci a lavorare per una riconversione integrale della produzione e della finanza. Adesso non domani.

Alcuni di noi saranno il 20 novembre in piazza San Pietro per confermarti questa scelta esponendo la scritta: “Mai più la guerra, riconvertiamo l’economia che uccide”.

Non resti inefficace la traccia del Giubileo della misericordia nel nostro cuore e nella nostra mente.

Il Movimento dei Focolari in Italia