martedì, 10 Marzo 2020
La legge sulla parità scolastica compie vent’anni
In occasione del 20° anniversario della Legge 62/2000 sulla parità scolastica, il Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica ha diffuso il seguente comunicato.
L’approvazione della legge 62 sulla parità scolastica, avvenuta esattamente venti anni fa, il 10 marzo 2000, ha consentito alla scuola italiana di compiere un importante passo avanti nel solco tracciato dalla Costituzione.
L’inserimento delle scuole paritarie nel Sistema nazionale d’istruzione, in forza del servizio pubblico svolto, avrebbe dovuto comportare equità nell’accesso al sistema, sia per gli alunni che per il personale.
Il mancato completamento delle norme sul finanziamento certo, oggi aggravato da crescenti difficoltà e squilibri economici che continuano a colpire non poche famiglie, dal forte calo demografico, dalla sempre maggiore complessità gestionale richiesta alle scuole, dalla notevole difficoltà nel reperire personale docente con i titoli richiesti dalla legislazione vigente, rende sempre più difficile il mantenimento del Sistema nazionale di istruzione dove, a fianco delle scuole statali, le scuole paritarie – fra cui quelle cattoliche e di ispirazione cristiana – rappresentano l’espressione della concreta applicazione di un diritto fondamentale della persona e della famiglia e offrono un contributo prezioso alla realizzazione di un vero pluralismo.
È utile ricordare, in proposito, che la richiesta di referendum abrogativo di tali norme fu dichiarata inammissibile dalla Corte Costituzionale, con sentenza n. 43 del 2003, a conferma che il Sistema nazionale di istruzione, comprensivo delle scuole statali e delle scuole paritarie, risponde al dettato costituzionale ed ai principi di libertà e sussidiarietà che esso intende garantire.
In un tempo in cui tutte le forze della società sono chiamate a stringere un’alleanza a favore dell’educazione, la coesistenza cordiale di modelli educativi e gestionali tra loro diversi non può che tradursi in una spinta al miglioramento dell’intero sistema. Un’autentica libertà educativa, però, può verificarsi solo quando, al momento della scelta, prevalgano i contenuti dei progetti formativi e i costi non si ergano come un ostacolo ingiusto e discriminatorio.
Perché questo accada occorre che, oltre alla parità giuridica, si dia finalmente attuazione anche alla parità economica, nella convinzione che un adeguato sostegno economico per l’intero Sistema nazionale d’istruzione sia un investimento strategico e generatore di crescita per tutti.
Per tutte queste ragioni, riteniamo non più rinviabile un impegno serio e fattivo di Governo e Parlamento, delle forze politiche e sociali, per concorrere a realizzare un dinamico Sistema nazionale d’istruzione, costituito da scuole autonome statali e paritarie – in linea con le indicazioni dell’Unione Europea – in grado di affrontare e superare le difficoltà e le arretratezze presenti, con particolare attenzione al versante dell’inclusione.
Diversamente, è facile prevedere che interi territori saranno presto sguarniti di un importante avamposto educativo, di aggregazione e promozione umana e sociale, di un contributo rappresentativo di una grande tradizione pedagogica, capace di continua innovazione.
Nel quadro di un generale piano di intervento per l’istruzione e la formazione delle nuove generazioni, per le scuole paritarie l’obiettivo da raggiungere resta quello di individuare modalità idonee di finanziamento, in modo da eliminare le discriminazioni per le famiglie che, iscrivendo i loro figli alle scuole paritarie, sono costrette a sostenere costi diversi da quelli previsti per la frequenza delle scuole statali.
È questo il passo che ancora manca per dare finalmente compiutezza e attuazione alla legge 62 del 2000. Il nostro auspicio è che non si interrompa il percorso avviato vent’anni fa, ma si affretti ciò che può rendere il nostro Sistema di istruzione ancora più libero, plurale, di qualità, operando affinché sia garantita una effettiva libertà di scelta alle famiglie e la parità, oggi ancora incompiuta, non finisca per essere anche tradita.
Roma, 8 marzo 2020
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