DOMENICA 15 Dicembre
ACCOGLIAMO IL VANGELO DELLA GIOIA
È L’ESULTANZA la nota di questa domenica, chiamata Gaudete, cioè “rallegratevi”, perché il Natale del Signore è vicino. Alla gioia proclamata da Isaia (I Lettura): «Si rallegrino il deserto e la terra arida», fa eco la seconda lettura nella quale l’apostolo Giacomo raccomanda: «Rinfrancate i vostri cuori, perché la venuta del Signore è vicina!». Il Vangelo, nella persona del Battista, ci presenta la caratteristica della gioia cristiana: non ha nulla di squillante, ma porta con sé i tratti del dubbio, del dolore, abitati però dalla speranza. Infatti, il Battista, nel buio del suo carcere, ha un momento di smarrimento e manda a chiedere se sia Gesù il Messia atteso. Teme di essersi sbagliato. Come risposta il Cristo cita la Scrittura che si realizza, la promessa di Dio mantenuta: i ciechi vedono, gli zoppi camminano, ai poveri è annunciata la buona novella. La gioia per i credenti ha la sua origine nella fede, dentro la Scrittura, nella speranza delle promesse di Dio realizzate in Cristo. Spesso la gioia del credente è una gioia crocifissa, ma nella fede è anche vero che il credente è crocifisso alla gioia! (da La Domenica)
RIFLESSIONE
Il brano del Vangelo odierno si divide in due parti; la prima presenta l’interrogativo di Giovanni Battista su Gesù e la risposta di Gesù sulla sua identità; la seconda è l’elogio di Gesù circa Giovanni Battista.
Gesù aveva iniziato a predicare ed ad agire dopo che Giovanni era stato arrestato.In prigione Giovanni era stato informato dell’attività, del comportamento di Gesù. Le notizie ricevute gli creavano dubbi. L’immagine del messia che egli attendeva era quella del messia potente giudice, che adopera il “ ventilabro”, pulisce la sua aia e brucia la pula con fuoco inestinguibile (cf Mt 3,12); un messia braccio della giustizia e dell’ira vendicativa di Dio. Gesù invece predica la pace, il perdono; si circonda di umile gente; si presenta con manifestazioni di bontà. Questo suo comportamento sorprende. Da qui l’inchiesta di Giovanni e dei suoi discepoli su di lui e la domanda postagli:“ Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”
Gesù non risponde alla domanda, ma invita a prendere posizione di fronte a quello che essi odono e vedono. “Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziato il Vangelo”. Egli fa riferimento alle opere che realizzano oracoli profetici circa il messia che doveva venire. In concreto, invita a fare una lettura profetica della sua attività: intende far notare che Egli è il messia previsto dai profeti e, prima di essere messia giudice, è messia liberatore, salvatore dell’uomo nella sua totalità. Precisamente per questo si avvicina agli uomini più poveri, agli ammalati, alle categorie più disagiate e abbandonate ed annunzia il vangelo, la buona novella della gioia. E poiché questo suo modo di agire delude le attese, si affretta ad aggiungere: “beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!”.
Ma Gesù fa l’elogio di Giovanni Battista. Sottolinea le sue virtù morali ed evidenzia il suo compito essenziale di profeta precursore del messia. Giovanni è il più grande profeta perché prepara la venuta del messia; è il battistrada messianico. Tra tutti i profeti dell’Antico Testamento nessuno ha raggiunto la sua dignità. La sua grandezza ha la sua consistenza nella relatività con Gesù. Ma egli appartiene al tempo della preparazione, non a quello del compimento, cioè al tempo della venuta del messia. Nella luce di questa contrapposizione tra due epoche, Gesù afferma che “il più piccolo nei regno dei Cieli è più grande di lui”. Giovanni è sulle soglie del regno di Dio. Con la venuta di Gesù il regno di Dio ha fatto irruzione nel mondo: il discepolo di Gesù è più grande di Giovanni Battista.
Siamo giunti a metà del cammino dell’ Avvento e la liturgia ci invita alla gioia; questa domenica prende proprio il nome di domenica della gioia. Si tratta non di una gioia superficiale o emotiva, ma di una gioia che tocca il cuore, il senso della vita. Infatti è la gioia di essere salvati da Gesù che ci viene incontro: dobbiamo gioire perché il Signore viene a portarci la salvezza. E tutti abbiamo bisogno della salvezza di Gesù. Se, nel silenzio, entriamo nel profondo della nostra esistenza, se ci esaminiamo seriamente, ci accorgeremo che dentro di noi c’è una forte esigenza di liberazione da tutto ciò che appesantisce il cuore, oscura la coscienza, allontana da Dio. Chi cerca Dio e vive in sintonia con lui trova sempre la pace, la gioia.
(da Confraternita di San Giovanni Battista de’ Genoves)
PREGA CON IL VANGELO
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero,
davanti a te egli preparerà la tua via» (Mt 11,10).
Signore Gesù, manda anche noi, come Giovanni Battista,
ad annunciarti con coraggio. Rendici umili messaggeri
della tua venuta e aiutaci a preparare la “tua via”
con fede sincera sulle strade che percorriamo quotidianamente.