Grazie di questa notizia che avete condiviso con noi … Mi rallegra, perché continuerà l’avventura avviata tanti decenni fa e aprirà vie nuove. Il cambiamento di epoca è sotto i nostri occhi e siamo chiamati non tanto a subirlo, ma a prevenirlo, per quanto possibile! I direttori che si sono succeduti, sino al più vicino a noi (Michele Zanzucchi. GRAZIE a tutti!), sono persone che hanno dato un importante e decisivo contributo perché hanno cercato di essere fedeli a ciò che ha ispirato il sorgere della Rivista e hanno perseguito una necessaria creatività e novità per essere nella storia e nel tempo. Penso che hai accettato questa ” bella sfida” con spirito di fede nell’importanza di testimoniare l’unità nella diversità e la corresponsabilità nella sinodalità, senza presunzione – che non ti ho mai visto nel volto né nella mente -. Vorrei confidare una impressione e manifestare una speranza? Questa opera di “Città Nuova” sarà una dimostrazione che il futuro sono giovani e anziani insieme, come scrive Papa Francesco nella “Evangelii gaudium”.
Emilio Rocchi
Guardiamo lontano, guardiamo insieme
11 LUGLIO 2017 DI AURORA NICOSIA
Il saluto del nuovo direttore di Città Nuova mensile e quotidiano on line, Aurora Nicosia
Carissimi lettori, buongiorno!
Oggi vi scrivo per la prima volta da direttore di questa testata di cui ho l’onore di prendere la responsabilità. Lavoro a Città Nuova da 19 anni eppure, confesso, non finisco mai di scoprirla perché una rivista, seppure radicata nella sua storia, cammina coi tempi, a volte, addirittura, anticipandoli. Così mi auguro del nostro mensile e del nostro sito quotidiano: se non riuscissero a guardare avanti, lontano, non avrebbero futuro e neanche presente.
Il cambio appena avvenuto alla direzione del settore informazione apre una nuova fase di Città Nuova, come è logico che sia.
Sono il primo direttore donna nella storia sessantennale di Città Nuova, hanno evidenziato in tanti. Il dato è oggettivo, ma mi preme precisare che non sono una sostenitrice delle quote rosa tout court. Credo piuttosto nella reciprocità uomo-donna, convinta che ognuno abbia tanto da dare e altrettanto da ricevere. Certo è che la specificità che io potrò offrire è quella della sensibilità femminile che mi appartiene.
Mi ha sempre affascinato la generatività, la ricerca di modalità non sperimentate di essere al mondo, di leggerlo e di raccontarlo. Il giornalismo per me è servizio, prossimità, capacità di non fermarsi alla superficie, opportunità di lasciarsi scomodare e ferire, di mettersi in discussione.
Trovo stimolante raccontare l’Italia che cambia, andare nelle sue periferie, dar voce all’impegno di tanti che nel quotidiano si sporcano le mani a favore del bene comune. E ancora, dialogare con le istituzioni, tentare di spiegare questa nuova stagione della Chiesa, provare a comprendere dove va questo nostro mondo.
In che modo? Stando vicini alla gente, in dialogo con tutti, in ascolto di chiunque, perché sempre possiamo imparare, liberi dalla paura di incontrare chi pensa diversamente da noi. «Città Nuova non è la rivista solo del Movimento dei Focolari; è la rivista di quanti credono nel dialogo!», mi ha detto con decisione un amico imam.
Ci siamo dati un programma per quest’anno: “Entrare nelle spaccature”. Quelle che viviamo ogni giorno sulla nostra pelle di cittadini e alle quali, come giornalisti, non possiamo sottrarci. Dai temi etici a quelli riguardanti la politica, dalla famiglia all’economia, l’immigrazione, il dialogo interreligioso, l’ambito ecclesiale e quello ecumenico, l’ecologia, la corsa agli armamenti e il disarmo… Vogliamo farlo senza timore, con umiltà e professionalità, insieme ai non pochi interlocutori del mondo culturale, ecclesiale, della società civile che collaborano volentieri con noi.
Perché ho detto di sì all’incarico di direttore?
Il master in giornalismo alla Luiss di Roma, frequentato prima di arrivare a Città Nuova, oltre a fornirmi gli strumenti del mestiere, mi aveva introdotto in un mondo dove la competizione fra colleghi è il modus vivendi. Ricusavo allora questo modo di vivere la propria professione e lo ricuso ancor di più a distanza di 20 anni. A Città Nuova ho appreso la capacità di mettersi in gioco insieme per un obiettivo comune. Soprattutto mi sono sentita parte di una grande squadra, e questo è il motivo principale per il quale ho accettato un incarico così impegnativo.
Una squadra che ha tanti “giocatori”, ciascuno, nel suo ruolo, determinante. Parlo in primis dei colleghi della redazione giornalistica. Siamo pochi, ma possiamo contare su una redazione “allargata” presente in tutta Italia e non solo: editorialisti di grande spessore culturale, collaboratori con competenze in diversi ambiti, per un’informazione che punta alla qualità. A tutti il mio grande grazie per aver raccolto insieme a me la sfida! Un grazie anche a tutti i colleghi del Gruppo editoriale, per la benevolenza con cui hanno accolto la mia nomina.
Mi riferisco poi, in particolare a voi lettori e alle numerose comunità del Movimento dei Focolari in Italia con cui camminiamo insieme da anni. Siete la forza principale di questa squadra, non solo perché oggettivamente la parte più rilevante dal punto di vista numerico, ma anche perché quelli che date fiato e sostanza al nostro messaggio. Da qui un invito: continuiamo a costruire la nostra Città Nuova. Se volete, contattateci a segr.rivista@cittanuova.it. La nostra è una redazione in ascolto!
Infine solo qualche ringraziamento, perché la lista sarebbe troppo lunga: da Chiara Lubich, fondatrice dei Focolari che mi ha di fatto accolta a Città Nuova, all’attuale presidente del Movimento, Maria Voce, che mi ha conferito l’incarico; da Guglielmo Boselli, il mio primo direttore e “maestro”, a Michele Zanzucchi che mi ha passato il testimone, dalla cui professionalità ho tanto imparato e che ringrazio in particolare perché questo cambio avviene con serenità, in un clima di grande collaborazione, stima, fiducia reciproci. Elementi che costituiscono un’altra grande forza della squadra.