“Quando ho ricevuto la richiesta da parte del vescovo, il 31 maggio, due sentimenti albergavano nel mio cuore: da un parte il dispiacere di lasciare Santa Maria Apparente, dall’altra la gioia di rispondere alla chiamata, che io sentivo come una chiamata vera di Dio, di andare a Santa Lucia a Fermo”. Fra Andrea Patanè, che sarà tra noi, per i saluti, il 4 dicembre con una Messa al Santuario, alle 18, seguita da una cena, alle 20, per cui occorre prenotarsi, racconta così il percorso che lo ha portato alla sua nuova parrocchia, dove si è insediato il 24 settembre.
Fra Andrea, che ha assunto l’incarico di amministratore parrocchiale è stato accompagnato in questa sua nuova avventura da due confratelli della sua comunità, padre Joseph Spence, che ha anche il ruolo di vice-parroco e fra Fabrizio Ferlito.
Appena entrato in parrocchia fra Andrea ha subito trovato un bella accoglienza, grazie soprattutto all’opera di don Osvaldo Riccobelli, parroco emerito, che è stato a Santa Lucia per 19 anni, a cui la gente è molto affezionata e riconoscente. “Don Osvaldo – racconta fra Andrea – ha fatto moltissimo in questi anni: ha cercato di dare alla parrocchia uno stile di vita di famiglia e ha scelto un nuovo modo di fare catechismo, coinvolgendo le giovani famiglie. Considero la sua un’eredità preziosa e voglio proseguire e progredire in piena continuità con quanto ha fatto. Quando ha saputo che andavamo noi a Santa Lucia è stato molto contento che la parrocchia fosse affidata a dei giovani, che con il loro spirito d’iniziativa, potevano fare molte cose. Quello che mi preme in questo nuovo incarico è far crescere e sviluppare, sulle fondamenta solide che lui ha costruito, l’identità e i talenti della comunità”.
Le buone intenzioni si sono dovute purtroppo subito confrontare con l’imprevisto: il terremoto. Tutte le chiese della parrocchia sono lesionate a cominciare dalla torre campanaria di San Zenone che delimita la zona rossa chiusa al traffico sia pedonale che carrabile. Fra Andrea sottolinea che “la parrocchia ha già presentato il progetto di messa in sicurezza della torre e il 14 novembre sono cominciati i lavori; la chiesa di San Zenone, ex cattedrale, è la più antica di Fermo, risale al 1117.
Anche la chiesa più grande della parrocchia, Sant’Agostino, cuore pulsante della comunità, è stata pesantemente lesionata dal terremoto del 30 ottobre ed è stata subito dichiarata inagibile e transennata. A breve la Sopraintendenza delle Marche toglierà tutte le opere d’arte interne alla chiesa per proteggerle.
La chiesa di Santa Lucia è stata lesionata solo nella parte decorativa e non in quella strutturale: si spera di riuscire a riaprirla per il 13 dicembre, giorno della festa della Santa, o per Natale.
Purtroppo sono stati evacuati anche i locali del catechismo perché sono nella zona a rischio di crollo di San Zenone. Attualmente facciamo catechismo a Santa Lucia e stiamo cercando di risistemare alcune stanze della parrocchia per questo scopo. Anche le Messe sono nel salone parrocchiale di Santa Lucia e nelle cappella del monastero delle Clarisse.
Noi abitiamo nella canonica di Santa Lucia: l’edificio ha delle crepe ma un ingegnere che è venuto a fare un sopralluogo ha detto che non ci sono rischi per la stabilità dell’edificio.
Vorrei dire che questo momento di prova è stato vissuto con grandissima pace, serenità e confidando in Dio. Questo terremoto ci ha dato motivo di riscoprire la Chiesa di pietre vive che siamo noi e che è fatta di amore reciproco, anche se non posso nascondere che perdere le chiese della parrocchia è stato un grande dolore”.
Volgendo invece uno sguardo al passato prossimo a Santa Maria Apparente fra Andrea confessa di provare un “profondissimo sentimento di gratitudine per don Nazareno, don Emilio, don Giuseppe e don Paolo e per la parrocchia intera, che sento come casa mia”.
Qui fra Andrea ha vissuto alcune delle tappe decisive della vita a partire dall’ingresso, il primo dicembre 2013, che è stato anche il giorno della sua “ammissione agli ordini”, fino all’ordinazione diaconale il 28 giugno 2014 e a quella sacerdotale, il 28 giugno del 2015.
“Sono stato molto formato da tutti i sacerdoti che sono in parrocchia da voi – riprende il religioso -. Santa Maria Apparente è una comunità straordinaria, piena di iniziative, famiglie e giovani; la gente ha una disponibilità a un livello che è difficile trovare altrove.
In questo contesto ho sviluppato profondi legami di affetto. Di fatto la vostra parrocchia non è solo un elemento della mia biografia ma è entrata a far parte della mia identità. Poi ho potuto dimorare nel Santuario e sono grato a Dio di avermi portato in un luogo dove è forte la presenza di Maria e dove ho potuto accompagnare tante persone nella preghiera, nella confessione e nella direzione spirituale.
L’anno che ho vissuto da vice-parroco da voi mi ha formato per diventare parroco; e non voglio dimenticare anche l’esperienza, bella, formativa e stimolante che è stata il presepio vivente”.
In sintesi sono tre le dimensioni sperimentate da fra Andrea a Santa Maria Apparente: “la prima è spirituale, ovvero la consapevolezza della chiamata di Dio. Una chiamata ad essere in Gesù, attraverso Maria, sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna e a donare l’acqua di Dio a tutte le persone che la cercano. La seconda dimensione è la costruzione di relazioni meravigliose che arricchiscono il mio cuore fanno parte della mia identità; infine la terza è costituita da ciò che ho imparato da don Emilio e dalla possibilità che ho avuto attraverso di lui di avvicinarmi ai sacerdoti che fanno parte del Movimento dei Focolari”.