Accendere il fuoco la sera dell’8 dicembre è una tradizione che si perde nella notte dei tempi, fa parte di una tradizione popolare, o come direbbe Papa Paolo VI, è una “pietà popolare”, nella quale credenze e sentimenti reali si intrecciano e danno vita al tradizionale falò.
Secondo una credenza popolare, quella dell’accensione del falò, ricorda la Madonna che asciuga i panni lavati del Bambino Gesù, ma anche il voler riscaldare e illuminare il suo passaggio per la traslazione della Santa Casa.
Tornando molto indietro nel tempo, scopriamo che questa tradizione risale addirittura ai primi secoli dell’era cristiana. Nell’occasione , si compivano rituali legati al tema della purificazione, ecco perché il protagonista assoluto di questo giorno è il fuoco, esso è la rigenerazione periodica della natura e l’unico mezzo che l’uomo aveva per allontanare gli animali, quindi allontanare la paura, il male.
Ma il fuoco è anche il simbolo di calore: riscalda le lunghe notti fredde dell’inverno ed è anche fonte di luce: come un punto di riferimento, nel buio, il fuoco di una candela aiuta a ritrovare la strada. Ecco forse è questo il significato vero da attribuire a questa tradizione: il simbolo di un fuoco acceso e tutti intorno a riscaldarsi alla stessa fonte di calore, alla stessa fonte di luce, che illumina le nostre menti e riscalda i nostri cuori.
Questa fonte è Lei, Maria, la nostra unica madre celeste, unica fonte di vero amore, che può unire tutti sotto il Suo immacolato manto. È un momento suggestivo quello di ritrovarsi tutti attorno a questo grande falò: Il suo calore invita la gente a stare insieme e a mettere in fuga il “freddo” della solitudine.
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