DOMENICA 12 Gennaio
UNA VOCE DAL CIELO: «QUESTI È IL FIGLIO MIO, L’AMATO»
COME abili registi, gli evangelisti aprono la vita pubblica di Gesù con una scena suggestiva e carica di significato: il suo Battesimo al fiume Giordano! (Vangelo). Dopo trent’anni di vita nascosta, Gesù prende un’iniziativa inattesa: giunge al fiume, insieme alle folle desiderose di perdono, e riceve anch’egli il Battesimo amministrato da Giovanni. Tuttavia, per Gesù, che è senza peccato, il gesto del Precursore diventa la condizione che gli permette di approssimarsi ai peccatori, di condividere la loro sorte, di orientarli nuovamente verso Dio. Gesù si immerge nelle acque del Giordano per «adempiere ogni giustizia». E il cielo dà prova che l’azione di Gesù non è inopportuna, anzi si ode una voce che afferma: «Tu sei mio Figlio» (Mt 3,17). In quel momento egli si trova con solennità collocato nella sua missione di servo, con la prospettiva del suo sacrificio a favore dell’umanità, perché sia redenta dal peccato e dalla morte. Oggi la liturgia celebra il primo passo pubblico di Gesù per poi mostrarne parole e azioni nelle domeniche successive, fino alla celebrazione della Pasqua. (da La Domenica)
COMMENTO
La narrazione del battesimo di Gesù descrittaci dall’odierna pagina del Vangelo di Matteo presenta un elemento nuovo rispetto a quella offertaci da Marco e Luca; egli infatti inserisce nella narrazione il dialogo tra Giovanni Battista e Gesù. In concreto, a Matteo interessa rispondere all’interrogativo: perché Gesù si fa battezzare da Giovanni Battista? Forse si riconosce bisognoso di conversione? La risposta a tale interrogativo si delinea nel suddetto dialogo; in esso si dà la motivazione per cui Gesù si sottopone al battessimo di Giovanni; in esso sono messi in rilievo due atteggiamenti: quello di Giovanni e quello di Gesù; atteggiamenti che indicano i rispettivi ruoli. Giovanni, con il suo rifiuto di fronte alla richiesta di Gesù, mette in risalto l’opposizione tra il suo battesimo e quello di Gesù. Il suo è un battesimo di penitenza, di conversione. Da parte sua Gesù presenta il suo farsi battezzare come compimento di “ogni giustizia”. Il termine “giustizia” è un concetto biblico ed è caratteristico del Vangelo di Matteo. Esprime la fedeltà piena alla volontà salvifica di Dio in conformità alle promesse da Lui fatte. Gesù compie “ogni giustizia” proprio perché attua con totale obbedienza la volontà salvifica di Dio Padre. In essa rientra l’assoggettarsi al battesimo di penitenza di Giovanni. A tale progetto salvifico Gesù non può sottrarsi, come non potrà sottrarsi alla passione e alla morte in croce. Mescolandosi con i peccatori che vanno dal Battista, facendosi solidale con loro, Egli compie una scelta che va fino al Golgota. Infatti attuerà nella pienezza “ogni giustizia”, cioè la volontà del Padre, con la sua morte e risurrezione. Proprio cosi, Egli porta agli uomini la salvezza.
Ma proprio al momento del gesto di umiliazione e di solidarietà con gli uomini peccatori Gesù viene esaltato dal Padre, il quale gli manda lo Spirito e lo proclama Figlio prediletto, lo riconosce come Messia. La visione con l’apertura dei cieli evoca il passo del profeta Isaia ( Is 63,19), nel quale viene rivolta la supplica a Dio perché voglia rompere il suo silenzio e scendere dal cielo per portare salvezza: “Se tu squarciassi i cieli e scendessi”. Evoca le investiture profetiche con la manifestazione di Dio (cf. Ez 1,1;2,2). Ormai la separazione che esisteva tra Dio e gli uomini è cessata. In Cristo si ricompongono cielo e terra.
RIFLESSIONE
Il Battesimo di Gesù costituisce la sua investitura ufficiale come Messia, abilitato dallo Spirito ad attuare la sua missione di salvatore degli uomini in conformità al progetto salvifico del Padre, vale a dire a “compiere ogni giustizia”.
Il battesimo di Gesù è riportato da tutti e quattro i Vangeli. La sua importanza per la vita della Chiesa ci è confermata dagli Atti degli Apostoli. Vogliamo qui richiamare quanto Pietro attesta nella casa del centurione prima di introdurlo nella Chiesa: “Voi conoscete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, incominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni, cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazareth, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio io era con lui” ( At 10,37-38). Nel battesimo Gesù è consacrato a servizio degli uomini, i quali stanno sotto il potere del diavolo; servizio di amore che salva l’uomo dal peccato.
La celebrazione liturgica odierna del battesimo di Gesù è un richiamo al nostro battesimo. Siamo invitati a riscoprire la grandezza, la bellezza della nostra vocazione battesimale. Dobbiamo prendere coscienza che il nostro battesimo non è un evento storico concluso nel tempo. La trasformazione che esso ha prodotto in noi deve essere vissuta ogni giorno.
Morti al peccato dobbiamo vivere per Dio in Cristo (Rm 6,11). (da Confraternita di San Giovanni Battista de’ Genovesi)